Assegno unico, Rauti: «FdI vota a favore ma restano perplessità su tempi e Isee». Drago: «Penalizza le famiglie con figli maggiori di 21 anni»

di Redazione

«Fratelli d’Italia ha votato a favore sulla legge delega per l’assegno unico perché le politiche familiari sono al centro della nostra politica e nel nostro Dna, ma non possiamo non esprimere perplessità per un provvedimento che ha tempi stretti e che entrerà in vigore il primo luglio». A dirlo è il vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia al Senato, Isabella Rauti, nel corso del suo intervento in dichiarazione di voto in Aula sulla legge delega sull’assegno unico.

«A dispetto delle cifre, continua la senatrice di FdI, che stanno circolando da giorni servirebbe un’operazione di verità, perché, è inutile dirlo, ma la coperta è corta e per rispettare le attese servirebbero 30 miliardi, che al momento non ci sono. Quindi sincerità, così come servirebbe nell’ammettere che la platea degli aventi diritto sarà decisa dall’Isee sul quale da tempo esprimiamo dubbi. Anche se accogliamo in maniera positiva il via libera al nostro ordine del giorno sulla revisione delle modalità di determinazione e di applicazione dell’Indicatore, ma deve essere chiaro che non può bastare».

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«Come non basta, conclude la senatrice Rauti, lo stesso assegno che non è sufficiente a contrastare l’emergenza demografica che l’Italia sta vivendo. Servono altre misure, come i congedi parentali, un welfare dei servizi che sostenga occupazione femminile, famiglia e natalità. Tutte proposte che FdI ha presentato da tempo in Parlamento e su cui siamo disponibili a confrontarci».

Perplessità espresse anche dalla collega di partito, la senatrice Tiziana Drago secondo cui «l’assegno universale unico penalizza le famiglie con figli maggiori di 21 anni e con nuclei numerosi. Fratelli d’Italia ha sempre dato la propria disponibilità a discutere e approvare tutte le misure a sostegno delle famiglie italiane, ma la misura che il governo sta proponendo presenta alcune criticità, a partire dalle risorse insufficienti fino al calcolo del coefficiente Isee, necessario per richiedere l’erogazione delle misure di sostegno».

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«Occorrono modifiche sul calcolo del coefficiente e bisognerebbe prevedere misure concrete che aiutino le donne, ad esempio prevedendo tre anni di congedo parentale o un assegno di maternità a compensazione delle rinunce lavorative che le madri devono affrontare».

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