Cresce la preoccupazione sulla volontà di molti paesi europei che sulla scorta dell’esperienza francese vogliono adottare il sistema nutri-score, cioè l’etichettatura a semaforo che attribuisce dal verde al rosso 5 gradazioni, che stabiliscono la salubrità degli alimenti. «Etichettatura che palesemente sta creando un danno proprio guarda caso all’Italia che detiene il primato in Europa di prodotti Dop e Igp sia nell’agroalimentare che nel vitivinicolo». Lo afferma in un comunicato Fratelli d’Italia.
«Contro quest’approccio – si legge ancora – è da sempre in prima fila FdI che si batte per un sistema diverso e chiede fortemente a Bruxelles di adottare un sistema di etichettatura trasparente. È evidente che il sistema a semaforo adottato dai francesi e che anche la Germania e i paesi nordici vorrebbero adottare, sarebbe penalizzante per il made in Italy».
«In particolare anche l’economia di Terra di lavoro potrebbe essere danneggiata» afferma il responsabile provinciale di Caserta del dipartimento agricoltura, Giuseppe Mariniello secondo il quale «Il nutri-score rischia di penalizzare l’economia del settore agroalimentare di Terra di lavoro, già gravemente danneggiata dalla “bad reputation” attribuitale dalla Terra dei fuochi».
«Basti pensare – spiega Mariniello – che nei supermercati francesi il nostro oro bianco, la mozzarella di Bufala è classificata con la lettera ‘C’, ed è sconcertante che un prodotto DOP, tra i più controllati al mondo sia tra i prodotti considerati a rischio. Un vero abominio se pensiamo che la Coca Cola Light ha invece il bollino verde. Evidentemente c’è qualcosa che non torna».
«Lo stesso vale per l’olio d’oliva, per i nostri prosciutti di maialino nero casertano (recentemente iscritto nel registro dei prodotti in via d’estinzione e molto apprezzato anche all’estero), così come gli insaccati di bufalo molto ricercati da consumatori europei di fede musulmana» sottolinea.
«Prodotti che rischiano di essere considerati non salubri da un sistema che vuole penalizzare la nostra biodiversità, la nostra eccellenza e la nostra tipicità che evidentemente non piace alla Francia (da sempre nostro competitor) e alle multinazionali. per questo ci batteremo a tutti i livelli per l’introduzione alternativa di un’etichetta dove i valori nutrizionali non siano banalizzati in classificazioni cromatiche che finiscono per disorientare il consumatore e danneggiare intere filiere», conclude Mariniello.