Insulti e minacce al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, scatta l’indagine della Procura di Roma: 10 indagati. Numerose perquisizioni sono state effettuate dalla Digos in varie città italiane nell’ambito dell’indagine, coordinata dal Procuratore di Roma Michele Prestipino. Si ipotizza il reato di offesa all’onore e al prestigio del capo dello Stato.
Minacce e insulti che avrebbero avuto una recrudescenza soprattutto a seguito delle misure adottate per il contenimento della pandemia. «Armiamoci e andiamo ad ammazzare quel figlio di Troia», «ti auguro di morire male», «non vedo l’ora che ci sia il tuo funerale», «pezzo di m. ti voglio vedere morto», queste sono solo alcune delle minacce contro il capo dello Stato che circolano sul web e che sono alla base dell’inchiesta condotta dalla Procura capitolina.
La Polizia di Stato con personale della Polizia Postale e delle Digos territorialmente competenti ha effettuato perquisizioni personali, locali e informatiche a carico di dieci soggetti «residenti in varie località del territorio nazionale – si legge in una nota della Polizia – per aver avuto un ruolo significativo nella campagna d’odio veicolata sul web anche attraverso gravi minacce, nei confronti di numerose figure istituzionali e in particolar modo del Presidente della Repubblica, soprattutto a seguito delle misure adottate per il contenimento della pandemia».
L’attività di approfondimento investigativo «ha consentito di acquisire rilevanti indizi nei confronti degli odierni indagati». Le indagini hanno consentito di acquisire rilevanti indizi nei confronti degli indagati e riguardano reati perseguibili d’ufficio, senza la necessità di una denuncia.
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