Draghi vara un Dpcm alla Conte con più chiusure che aperture. Scuole chiuse nelle zone rosse e in quelle ad alto contagio

Più Conte e meno Draghi. Il primo Dpcm del nuovo governo sembra portare la firma più del vecchio, cioè chi pensava che l’arrivo di Mr Bce avrebbe dato una scossa e segnato quella tanto attesa discontinuità dovrà aspettare. Il nuovo Dpcm va più nel senso delle chiusure, della prudenza e della guardia molto alta, ascoltando le preoccupazioni del Cts e degli esperti che chiedono rigore alla luce di una curva dei contagi che si fa sempre più ascendente.

Lo spiega lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza, che accanto alla collega Maria Stella Gelmini, presenta il Dpcm alla stampa. Una conferenza stampa dove risalta proprio l’assenza del premier Mario Draghi, questa sì la vera discontinuità con il passato, che poi spiegherà la sua portavoce essere il frutto della volontà di esaltare lo spirito di squadra. Ed allora tocca ai responsabili della Salute e degli Affari regionali chiarire gli aspetti del nuovo Dpcm, ed a Speranza ribadire che «la curva dei contagi è in robusta risalita». Da qui la necessità di stabilire che «il principio guida è quello della tutela della Salute» e che «è questa la prima mattonella per una fase espansiva di sviluppo».

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Roberto Speranza

Chiara, quindi, la scala dei valori in campo e delle stesse scelte operate che confermano quanto circolato nei giorni scorsi e cioè di un Dpcm in cui prevale soprattutto lo spirito delle chiusure, delle limitazioni piuttosto che delle aperture. Si stabilisce così che per le zone rosse le scuole saranno chiuse, mentre in quelle gialle ed arancioni il ricorso alla Dad scatterà con oltre 250 casi di Covid-19 ogni 100 mila abitanti, per almeno 7 giorni di fila. Massima attenzione sui giovani dovuta proprio al fatto che le nuove varianti, al netto però di una pericolosità che fortunatamente non sembra aumentata, colpiscono i più giovani. Un abbassamento della soglia di età che, quindi, ha spinto il governo ad intervenire chiudendo il luogo di maggiore socialità per i giovani e dove si ritiene che il contagio più alto.

Allo stesso tempo però non si registrano concessioni sugli altri fronti. Il coprifuoco resta dalle 22 alle 5 del mattino, così come le chiusure dei ristoranti nelle zone gialle e arancioni dalle 18 in poi e il divieto di asporto tranne per i locali adibiti alla vendita di bevande. Rimane anche la chiusura dei centri commerciali nel week end, anche se il governo non esclude alla luce del monitoraggio dei dati di poter intervenire con ulteriori misure. Serrate simili a quelle natalizie operando strette mirate nei week end.

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Antonio Decaro Fase 2 assistenti civici
Antonio Decaro

E il fatto che chiudano le scuole e rimangono aperti i locali commerciali ha lasciato strascichi polemici all’interno del governo, dove l’ala dura rappresentata da Franceschini, Patuanelli e lo stesso Speranza continua a ritenere che laddove chiudano le scuole debbano farlo anche i negozi.

Una posizione condivisa dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, il quale non fa a meno di notare: «Scuole chiuse ma movida libera. Il nuovo Dpcm sembra dire esattamente questo. Con una mano si chiudono le scuole e con l’altra si elimina il divieto di asporto per tutti dopo le 18, favorendo così di fatto gli assembramenti nei luoghi della movida e nei pressi di bar e locali frequentati per lo più dai ragazzi».

Insomma, per Decaro «se si consente l’asporto di bevande e drink si favoriscono gli assembramenti. Lo abbiamo detto e ripetuto al precedente governo così come all’attuale. Anche oggi. Le uniche misure di restrizione sembrano riguardare le lezioni in presenza». In effetti si tratta comunque di misure suscettibili di ulteriori modifiche. Il tavolo di monitoraggio con le Regioni analizzerà l’evoluzione dell’epidemia e in base a questa potranno essere modulate le varie misure.

Quello che è certo è che se non dovessero esserci modifiche apprezzabili questo regime rimarrà fino a dopo Pasqua e cioè dal 6 marzo fino al 6 aprile, a conferma che anche questa Pasqua sarà blindata.

Ignazio La Russa

Ma le voci critiche non si levano soltanto dall’Anci ma anche dall’unica opposizione, Fratelli d’Italia, che punta il dito contro la bocciatura dell’unico emendamento al dl Covid all’esame del Senato che chiedeva la riapertura serale dei ristoranti.

Il capogruppo Ciriani e il vicepresidente La Russa accusano che la bocciatura sia «l’ennesima conferma che questo governo e questa maggioranza procedono in perfetta continuità con il Conte bis. Tante chiacchiere e pochi fatti, si continua ad andare avanti a colpi di Dpcm, di chiusure e divieti». Insomma, per i due esponenti di FdI «oggi il voto in Commissione svela la verità, altro che governo Draghi questo non è che il Conte ter».

Maria Stella Gelmini

Accuse che il ministro Gelmini rigetta, rivendicando «una discontinuità, non solo nei tempi ma anche nel metodo: abbiamo cercato il confronto e l’ascolto più ampi possibili e lo abbiamo fatto non solo in Parlamento ma anche coinvolgendo gli enti locali». Resta però il fatto che Matteo Salvini, quello che più di tutti si era speso pubblicamente nella maggioranza per chiedere le riaperture non abbia commentato e anche gli stessi esponenti leghisti non abbiano detto una parola sul Dpcm appena varato.

Imbarazzo? Scelta di mantenere un basso profilo? Possibile, fatto stato che l’obiettivo è quello di puntare ai ristori ed ai rimborsi a chi sarà costretto a chiudere. Infatti, la giornata di ieri ha visto Draghi e i ministri economici, tra cui appunto il leghista Giorgetti, impegnati sul dl Sostegno che conterrà le misure per finanziare i rimborsi alle chiusure.

Le voci parlano di due provvedimenti, uno propriamente sulle chiusure e un altro sulle cartelle esattoriali. Proprio al ministero di Giorgetti, il Mise, fanno sapere che si punterà in particolare a tutelare le Partite Iva che proprio in questa pandemia hanno registrato pesanti perdite. Ci sarà comunque tempo per definire le misure.

Infatti, si parla di almeno la prossima settimana per avere o un primo schema di misure e quindi il provvedimento e questo anche perché dovrà essere anche più chiaro il panorama delle chiusure. Un eventuale aumento di queste è inciderà sui ristori da erogare e quindi anche sulla distribuzione delle stesse risorse, tanto che si pensa di poter andare oltre i 32 miliardi disponibili. Ma di questo se ne parlerà a tempo debito eventualmente.

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