Draghi decide per la Pasqua blindata. Il Covid continua a far paura

di Dario Caselli

Natale con i tuoi e Pasqua con…i tuoi. Mario Draghi non si adegua all’antico adagio, che vorrebbe le festività pasquali trascorse fuori da casa e non necessariamente in famiglia, e blinda la Pasqua. E’ quanto prevede il Dpcm varato ieri sera dal premier e che entrerà in vigore dal prossimo 6 marzo e fino al 6 aprile, appunto fino a dopo la Pasqua. Un testo che adesso sarà oggetto di valutazione da parte delle Regioni e degli Enti locali e che quindi potrà essere suscettibile di modifiche e cambiamenti.

Mario Draghi preferisce così agire in linea con quanto aveva deciso Giuseppe Conte, facendo prevalere la prudenza alla luce della violenza con cui il virus sta bussando alla porta di tutti gli italiani. Anzi sono diversi i governatori che vanno ben oltre quanto deciso dallo stesso premier, come nel caso della Campania dove De Luca ha deciso di chiudere le scuole, e di varare norme più restrittive.

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A cambiare è però la forma. Infatti, il testo del nuovo Dpcm non è ancora chiuso visto che i governatori potranno apportare le loro valutazioni, e poi perché non varrà immediatamente dal giorno successivo ma si darà il tempo a tutti gli italiani di adeguarsi e di comprendere le nuove misure. Cambiamenti di non poco conto che evidenziano una volontà di approcciare alla lotta all’epidemia in maniera differente.

Chi, perciò sperava a una riapertura graduale, soprattutto all’interno della maggioranza, rimarrà deluso. Ad esempio, i ristoranti e i bar, a differenza di quello che chiedeva Matteo Salvini, continueranno a chiudere alle 18. Niente aperture serali. Così come rimarrà il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino.

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Piuttosto le riaperture riguarderanno cinema, teatri e musei, e dal 27 marzo anche nei week end. Stringenti le regole sanitarie e quelle per l’accesso basato soltanto su un sistema di prenotazione, online o telefonica, così da evitare assembramenti. Rimarranno chiusi, invece, barbieri e parrucchieri nelle zone rosse. Vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, il che riguarda anche le cerimonie civili e religiose.

Come già annunciato non sarà possibile spostarsi dalla regione di residenza se non per motivi di lavoro o per necessità. Sarà, invece, consentito recarsi nelle seconde in zona gialla o arancione (anche se si trovano fuori regione) solo al nucleo familiare e soltanto se la casa è disabitata, mentre non si potrà andare nella seconda casa con amici e parenti. Vietati, infine, i viaggi per turismo.

Per quanto riguarda i negozi nelle zone rosse tutti chiusi tranne quelli legati ai prodotti essenziali. Questo significa che rimarranno aperte le farmacie, gli alimentari, le ferramenta e quelli per la cura della persona. Invece, in zona gialla o arancione saranno tutti aperti. Per i centri commerciali continua il divieto di aperture nei week end per i negozi non essenziali.

Rimarranno chiuse anche le palestre e le piscine, così come saranno vietati gli sport di contatto e di squadra. Nessun problema, invece, per coloro che vorranno svolgere attività motoria individuale all’aperto.

Come detto la sera i ristoranti continueranno a rimanere chiusi nonostante l’asse Salvini-Bonaccini che chiedeva la riapertura per il servizio serale. Unica possibilità per quell’ora la consegna a domicilio o l’asporto.

Capitolo scuola. Il governo ha deciso per le lezioni in presenza solo per l’infanzia, le elementari e le medie mentre per le superiori la didattica è in presenza «almeno al 50 per cento e fino ad un massimo del 75 per cento». In realtà, è possibile che nelle prossime ore arrivino ulteriori misure sulla didattica in presenza, in particolare nelle zone arancioni, e sull’utilizzo delle mascherine da parte dei bambini tra i 6 e 11 anni. Tutto dipenderà dalle valutazioni del Cts. Intanto, alcune Regioni già hanno deciso di ricorrere a misure più restrittive come in Puglia, Campania e Marche.

Fini qui le chiusure ma il governo pensa anche alla questione dei ristori. Anche qui Draghi vuole cambiare approccio, non più ristori ma sostegni e infatti il nuovo decreto che sarà finanziato con i 32 miliardi di scostamento di bilancio si chiamerà dl Sostegno. Ci saranno misure a sostegno del lavoro, probabilmente per prolungare la Cig.

Poi, il capitolo delle misure di sostegno ai tanti settori colpiti dalle chiusure come i ristoratori, ma anche i lavoratori del mondo dello spettacolo e della montagna. L’ipotesi su cui starebbe lavorando il governo sarebbe quella di guardare alle perdite reali, abbandonando il meccanismo basato sui Codici Ateco.

Altro tema quello della proroga dei pagamenti delle cartelle esattoriali. Lo stop, infatti, scade lunedì e l’ipotesi è un ulteriore rinvio di altri due mesi o fino a settembre. Inoltre, dovrebbero arrivare circa 800 milioni per il Trasporto pubblico locale e 100 per quello aereo.

Comunque, bisognerà attendere l’inizio della prossima settimana per avere le idee più chiare. Al momento, i vari ministeri stanno raccogliendo le proposte che poi saranno oggetto di una scrematura per giungere a un testo per i primi giorni della prossima settimana. Questo sarà il primo banco di prova per Mario Draghi, per dimostrare di essere capace di mettere in campo non soltanto una strategia di contenimento dell’epidemia, ma anche di rilancio dell’economia e dei settori più colpiti dal Covid-19.

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