Essere contrari alla genitorialità lgbt non significa essere omofobi

di Alessandro Severino

Esiste una buona parte dell’opinione pubblica che demonizza come retrogradi quei paesi che non si sono dotati di una legislazione in merito all’adozione di figli da parte di coppie dello stesso sesso.

In Italia si brancola dentro ad un limbo normativo e la tanto discussa legge Cirinnà è stata approvata senza la parte riguardante la stepchild adoption.

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Emerge, nel nostro Paese, una generale e sacrosanta accettazione del mondo omosessuale, tranne che su un aspetto molto importante: quando si discute dei bambini.

Non sono mai troppe le condanne senza appello verso chi discrimina o compie atti violenti nei confronti di un essere umano in base all’orientamento sessuale, ma siamo davvero così certi che i governi dei Paesi refrattari alle adozioni di figli da parte di coppie dello stesso sesso non abbiano valide ragioni di fondo? Il fatto che Germania, Francia, Regno Unito e Spagna le abbiano legittimate da tempo è davvero così indicativo della nostra vetusta e fallace cultura?

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L’adozione di un bambino da parte di una coppia omosessuale è in realtà una violenza, perché nega due aspetti fondamentali dello sviluppo psicologico, ovvero quelli dell’identificazione e dell’emozione, senza i quali il bambino subirà degli scompensi quando sarà adulto.

La scienza insegna che la natura, attraverso la sessualità, ovvero l’esistenza di due soggetti, uno portatore di organi maschili e l’altro di organi femminili, sancisce l’unicità di ogni individuo al mondo. Egli non sarà identico alla madre perché in lui esiste, contemporaneamente, ciò che ha acquisito dal padre.

Qualsiasi cosa in natura è composta da aspetti complementari e diversi che hanno bisogno l’uno dell’altro per originare un frutto. La diversità dei sessi fa in modo che il maschio e la femmina siano incompiuti in sé, e che ognuno dei due si definisca in relazione con l’altro.

Pertanto, allo stesso modo, per ogni bambino è necessaria sia la figura maschile che la figura femminile. Per crescere in modo armonioso, il piccolo deve sviluppare sia l’identificazione che impara dal genitore dello stesso sesso, sia la relazione-emozione che impara dal genitore di sesso opposto.

Attraverso il primo acquisisce e fortifica la sua identità, che lo indurrà ad avere bisogno dell’incontro con l’altro per riconoscere e diversificare le emozioni, mentre attraverso il genitore di sesso opposto il bambino impara sia a dare che ad accogliere nella relazione. Quindi per un equilibrato sviluppo psicologico è necessario che il bambino cresca con la consapevolezza della diversità dei sessi.

Un bambino o una bambina hanno bisogno sia di esempi da imitare, sia del genitore dal quale acquisire la funzione di mantenimento affettivo nella relazione. Se un bambino perde prematuramente un genitore tenderà a perpetuare dei meccanismi identificativi ed imitazione attraverso la memoria, le fotografie e le storie che l’altro genitore, gli amici e i parenti gli consegneranno.

Esistono molti studi e ricerche sui figli di coppie dello stesso sesso e quelli con i campioni più allargati evidenziano dei problemi.

La sociologa Loren Marks, puntualizza come invece la maggioranza degli studi venga effettuata su campioni piccoli o selezionati ad hoc. Molti dei partecipanti alle ricerche appartengono spesso ad associazioni per i diritti delle coppie omosessuali, e in molte ricerche manca il gruppo di confronto rappresentato da famiglie con genitori eterosessuali.

Inoltre, nella maggioranza dei casi, gli studi prendono in considerazione bambini in età prepuberale e, come viene evidenziato nelle ricerche legate ai figli di genitori divorziati, vi sono difficoltà che rimangono silenti per anni e che emergono in futuro, quando i figli dovranno fare a loro volta la propria scelta sia del partner, sia del progetto generativo.

Spesso si indicano, attraverso self report, dei dati secondo cui i bambini non riscontrerebbero particolari problemi nella vita familiare con genitori dello stesso sesso cercando di far passare la genitorialità di uomo e donna come stereotipo.

E’ normale che i bambini dicano di essere contenti delle loro famiglie omosessuali, perché non hanno vissuto altro. E’ quando si diventa adulti che emergono i problemi; da piccoli non si può esprimere il disagio che provocherà una determinata situazione familiare.

Nell’adolescenza gli stimoli acquisiti da piccoli, iniziano a diventare schemi di comportamento e si trasformano in delle mancanze che i giovani riconoscono, anche se non vorrebbero essere ‘sleali’ con coloro che li hanno cresciuti. Poi, in età adulta vengono fuori i problemi.

Essere contrari alle adozioni di coppie dello stesso sesso non ha quindi nulla a che vedere con forme di discriminazioni cosiddette omofobe, ma con il fatto che c’è di mezzo il futuro della società, in quanto la personalità di ogni singolo individuo si costruisce attraverso un processo di identificazione che coinvolge sia la psiche che il sesso dei genitori e che si delinea nella diversità.

 

Setaro

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