Amministrative Caserta, Marino per vincere spera nell’amnesia individuale e di massa

di Nicolò Antonio Cuscunà

Le masse non hanno memoria, se volete, le collettività sono smemorate, gli individui che ne fanno parte ce l’hanno corta o sfuggente. Proviamo a rinfrescarla o rinvigorirla, anche se, delle volte, lavare la testa all’asino si rischia si perde: acqua, sapone e tempo.

Il sindaco di Caserta Carlo Marino (PD), senza chiedere permesso a nessuno, convinto, forse, d’avere fatto 5 anni d’amministrazione rivoluzionaria, tenta di bissare l’incarico. Non rispettando nessuna regola deontologica, dalla stanza dei bottoni del palazzo Comunale s’è messo a: sentenziare, deliberare, proporre, lisciare, circuire, babbiare, promettendo senza badare a spese (della collettività).

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Incarichi professionali a go go, nuove faraoniche progettazioni, pagamento d’incarichi vecchi e nuovi, insomma ha messo in moto la macchina produttrice di consensi. O meglio, non stimando i suoi cittadini e considerandoli babbei da gabbare, per la corta memoria, ha iniziato a porre in essere la “rivoluzione” promessa al suo insediamento e mai attuata. A differenza dei suoi competitor, costretti ad affrontare in proprio le spese (anche di una semplice sede elettorale), il sindaco – protempore – Marino continua a produrre debiti.

Anche le semplici telefonate, non d’interesse d’istituto sono non dovute né oneste, quindi, da considerare illegali e scroccate agli ignari casertani. Indecente costumanza, vergognosa e bastevole per mandarlo a casa. Anche una sola telefonata, un sol viaggio in auto di servizio per impegni elettorali, sono furti alla collettività.

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Proviamo a immaginare come definire o valutare i servizi, diritti dei cittadini, elargiti e pubblicizzati al pari di spot elettorali. Asfaltare qualche strada, tappare le buche, sostituire le lampade d’illuminazione stradale, sistemare la segnaletica orizzontale e verticale, la turistica (?), costruire segmenti di corsie ciclabili, sono doveri della pubblica amministrazione (sindaco e giunta) da garantire alla collettività.

Come proliferano le liste fai da te (se ne prevedono condominiali e di quartiere), così assistiamo a progettazioni di “sogni mariniani”, spacciati quali opere dall’imminente realizzazione. Centri sociali, asili nido, scuole, centri sportivi, sistemazioni di aree verdi, insomma, si promette quanto non realizzato in 5 anni di assoluto nulla.

Abbiamo riletto (trovato su internet) le promesse di Carlo Marino dichiarate all’atto dell’insediamento da Sindaco; ne percorriamo i passi salienti.

Testualmente dichiarò:…

«Non occorre essere degli esperti sociologi per capire che Caserta vive abbandonata in uno stato di profondo degrado». Così esordiva il – podestà – Marino… «…vivo a Caserta e …avverto la distanza che ci separa in termini di sviluppo, di servizi, di qualità della vita e d’immagine da tutti gli altri capoluoghi della regione… Caserta ha bisogno di una svolta profonda…»

Carlo Marino, nei suoi sproloqui, anche da presidente Anci Campania, non bada a spese, continua: «…ci metteremo alle spalle gli scandali, l’ospedale commissariato per camorra, il dissesto (ne ha sommato ancora 1 + 1/2), la crisi delle attività commerciali, le illegalità diffuse… con la coalizione di sinistra, abbiamo l’ambizione di guidare il cambiamento e riportare al senso civico».

Fermiamoci un attimo. Marino parla di coalizione di sinistra, sette liste, tra queste: PD, Rifondazione Comunista, Partito Socialista Italiano e Sinistra Ecologia e Libertà di Niki Vendola.

Cioè, il Marino 1 era sostenuto dal fior fiore dell’intelligenza comunista (?). Quindi, Marino non è il solo colpevole, a crollare in caduta libera, nelle inadempienze sommate in 5 anni di vuoto, ci sono anche i suoi “intelligenti e adamantini” sostenitori, primo tra tutti il Partito Democratico. Non è proprio così.

A onore del vero non ci siamo mai accorti della Giunta e del Consiglio mossi da valori ideali e culturali di sinistra. Al contrario, ci siamo accorti di un Consiglio imbavagliato, mortificato, avvilito, diretto alla carlona e, spesso, mosso da interessi personali di bottega.

Marino continua a sedere sulla poltrona di sindaco, per i voti di ascari nostalgici del fascismo mussoliniano e prezzolati vari non rinunciatari dello stipendio da consigliere. Cose da non credere! La giunta votata al sociale (?), assessori mandati a casa pur di non avere “obiettori di coscienza”, al primo dissenso, senza preavviso, sostituiti come pedalini sporchi.

Non immaginiamo cosa proporrà ancora nel tentativo di restare incollato alla poltrona di “podestà”, ha già promesso tutto realizzando nulla. Nelle (sacre) scritture promesse, figurano: «…il miglioramento della qualità della vita; legalità e sicurezza dei cittadini; trasparenza amministrativa, adozione codice etico nella “casa di vetro” (opaco)…»

A oggi i risultati sono: fiera mercato delle illegalità, non si effettua la raccolta differenziata; abusivismo commerciale; parcheggi sotterranei inagibili, aumento delle strisce blu e superfici dei privati; verde non curato e deturpato, totale assenza di piantumazione di alberi come per legge; aumento a dismisura del commercio della grande distribuzione; chiusura dell’unico asilo nido di viale Cappiello, di futura gestione a privati (incapacità d’esercizio dichiarata in Consiglio dall’assessora Sparago). Questi i risultati all’attenzione e commento di tutti i cittadini.

Marino, a inizio di mandato prometteva: «… candiderò Caserta a ‘Capitale della Cultura 2018’». Ignorava e ignora: «… senza il sistema integrato dei trasporti, accoglienza, ristorazione, attrattori culturali in rete, ecc., ecc. al di fuori del costituito “Distretto Turistico dell’Appia Antica” non si produce economia turistica.

Caserta, anche se componente di quest’organismo di punta, unico ad attrarre risorse economiche per il turismo, da Marino è colpevolmente tenuta fuori. Continuando a eludere norme e leggi di cui al Distretto Turistico, Caserta sprofonderà all’ultimo posto dei capoluoghi d’Italia. Caserta non è il feudo di Carlo Marino.

Prima puntata

Setaro

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