Quello che è accaduto nelle ultime 36 ore con il senatore Luigi Vitali, è forse quanto di più rappresentativo della situazione politica italiana. In sole 36 ore (ma anche meno) il nostro ha dapprima negato l’appoggio a un eventuale nuovo governo guidato da Giuseppe Conte, al quale aveva chiesto «di dare un segnale sulla giustizia, purtroppo non c’è stata nessuna inversione di tendenza». Quindi niente appoggio? No a quanto sembra.
O forse sì? Alle 22 di ieri sera il colpo di scena: «Ho deciso di sostenere il presidente Conte, perché in una situazione drammatica come quella che vive il Paese, vedo gente pensare più a interessi di parte, seppure legittimi, anziché pensare a cosa serve al Paese» ufficializza l’ex sottosegretario alla Giustizia del governo Berlusconi, che dice definitivamente addio al gruppo di Forza Italia. O forse no.
Ma evidentemente non deve aver passato una notte serena e preso dai rimorsi questa mattina ha cambiato nuovamente idea e ha annunciato: nessun voto a favore di Conte, deluso dal mancato accoglimento delle sue richieste in materia di giustizia.
Ma secondo quanto appreso dall’AdnKronos alla base dell’ennesimo repentino cambiamento, ci sarebbe stato un colloquio telefonico prima con il Cavaliere Berlusconi e poi con Matteo Salvini.
«Nelle scorse ore ho avuto modo di interloquire con il presidente del Consiglio Conte sottoponendogli l’urgenza e l’importanza per il Paese di una riforma complessiva della giustizia dichiarando il mio appoggio ad un ritorno allo stato di diritto e di garanzie nel processo», premette Vitali in un comunicato.
«È inaccettabile – aggiunge – pensare che in un Paese civile siano stati aboliti i termini della prescrizione quando i processi hanno una media di durata al di là di tutti gli standard europei. Questo ragionamento condiviso con Conte era nel solco di quanto già dichiarato dal presidente Berlusconi sull’apertura ad un governo Istituzionale e a quanto dichiarato dal segretario Matteo Salvini circa la volontà di parlare con chiunque a patto che fossero messi al centro i contenuti di una piattaforma di governo che prevedesse tra gli altri una riforma della giustizia e fiscale».
«Percorsi – conclude – utili ed essenziali per evitare elezioni anticipate che tutt’ora ritengo insensate. Ribadisco dunque nessun appoggio politico al Conte Ter». Sperando che il nodo governo si sciolga prima possibile e prima di un eventuale nuovo cambio di programma del senatore.