Natale, la cucina tradizionale siciliana per le festività: dalla cuccìa al buccellato

di Domenico Ferlita

Il Natale è alle porte ma per tutti gli italiani non saranno i soliti giorni da passare con i parenti, tra grandi cenoni, il monopoli e la tombolata. Viste le regole dettate dall’ultimo decreto, nei giorni festivi e prefestivi l’Italia si tingerà di rosso e non si potrà uscire dalla propria abitazione se non per motivi di lavoro o necessità.

Festività insolite che di certo non potranno perdere le tradizioni e le proprie culture culinarie. In molti, infatti, stanno pensando al menù natalizio seppur con la consapevolezza di trascorrere questi giorni di festa con i propri conviventi e senza invitati.

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Tra le regioni con un ampio bagaglio culinario si può classificare senza ombra di dubbio la Sicilia che continua a mantenere le proprie tradizioni offrendo una vasta gamma di prodotti gastronomici tipici natalizi.

Nell’isola, la magica festa del Natale viene celebrata sotto tutti i punti di vista. Tradizioni antiche e nuove, religiose, folcloristiche e gastronomiche si fondono insieme per dar vita a dei festeggiamenti unici che ricordano la nascita di Cristo. Sono molte le pietanze proposte in questo periodo e le tavole si imbandiscono di piatti unici per la varietà di ingredienti buoni e sfiziosi utilizzati per la loro preparazione.

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La cucina della tradizionale siciliana: dallo “sfincione” alla “cuccìa”

Dallo “sfincione” palermitano, al timballo di riso molto usato nella Sicilia orientale e alla cosiddetta “impanata” con salsiccia e spinaci, molto conosciuta nella provincia di Caltanissetta. Tra i dolci tipici siciliani, anche la famosa “cuccìa” che inaugura le festività nel giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre. Un dolce a base di grano bollito e ricotta di pecora, guarnito con zuccata, cannella, pezzi di cioccolato e scorza di arancia grattugiata.

Durante le festività natalizie, invece, i siciliani sono soliti preparare il baccalà fritto che viene presentato la notte del 24 dicembre e riproposto a Capodanno. Si tratta di una variante di pesce che viene salato e stagionato, e successivamente preparato in una ciotola con pomodori secchi e cipolletta fresca. Dopo, viene incorporato con una pastella e fritto in abbondante olio caldo.

Tra le pietanze tipiche anche il “falsomagro”, un involtino di vitello farcito solitamente con carne bovina tritata, mortadella o pancetta, lardo, uova sode e caciocavallo e successivamente arrotolato e cotto in padella.

Dolci della tradizionale siciliana: il buccellato o Cucciddatu

Non possono poi mancare le Buccellate o più comunemente chiamate “Cucciddati”, dolci tipici del periodo natalizio molto conosciuti e prodotti anche nella provincia di Agrigento. Le Buccellate sono impasti di pasta frolla, stesi a foglia e farcite con fichi secchi, uva passa, mandorle, scorze d’arancia e chiusi a forma di ciambella.

Il dolce casereccio, può essere anche ricoperto da una glassa, frutta candida o zucchero a velo. Il termine Buccellato risale dal latino Panis Buccilla che richiama il tipico pane che, intagliato appositamente prima della cottura al forno può essere spezzato direttamente con le mani per essere portato facilmente alla bocca. In un secondo periodo, il pane ha assunto la forma di corona con una buca al centro, a forma di ciambella.

Il dolce era già presente all’epoca degli antichi romani che lo utilizzavano per servire le proprie tavole durante varie festività ma risale al Medioevo nella provincia di Lucca, dove si usava preparare un dolce a forma di ciambella ripieno di uva passa. L’incontro fra le due culture culinarie sarebbe di fatto avvenuto già all’epoca medioevale con l’arrivo in Sicilia di una comunità lucchese che iniziò a diffondere la ricetta su tutta l’isola. E fu in questo periodo che il cosiddetto buccellato subì l’influenza araba, che sarebbe stata determinante sulla variazione di alcuni ingredienti, come cedri, arance, mandorle, fichi secchi e cannella.

Ad oggi, il tipico dolce di Natale viene prodotto anche nelle case dei siciliani, un’antica ricetta realizzata prevalentemente a mano variandone sapori e profumi. La presenza del buccellato si può riscontrare anche nelle più rinomate pasticcerie agrigentine e, assieme ad altri prodotti gastronomici allieterà le tavole dei siciliani, anche in questo periodo non proprio dei migliori dovuto all’attuale situazione sanitaria nazionale.

La ricetta del buccellato

Ingredienti:
600 g di farina 00
200 g di zucchero
2 uova
100 ml di latte
200 g di strutto
Un cucchiaio di miele
5 g di ammoniaca per dolci
½ bustina di vanillina
Un pizzico di sale

Preparazione:

L’impasto viene preparato su una spianatoia, inserendo farina e zucchero setacciati, un pizzico di sale e lo strutto tagliato a pezzetti. Dopo, vengono aggiunti miele, uova, ammoniaca e vanillina e, per rendere più morbido l’impasto si aggiunge anche il latte, al fine di ottenere una pasta omogenea e facile alla lavorazione. Una volta preparato l’impasto, si forma una palla che dovrà essere avvolta nella pellicola e lasciata riposare nel frigorifero per almeno 60 minuti.

Per il ripieno, invece, si lasciano sbollentare i fichi e l’uva passa per cinque minuti, per poi privarli dei piccioli e frullarli. Dopo aver preparato il tutto, la pasta sfoglia viene stesa fino al raggiungimento di uno spessore di 5 mm e, lungo la parte centrale viene versato il ripieno. La pasta sfoglia, inoltre, viene chiusa a formare un rotolo che viene piegato su se stesso e, successivamente bagnato alle estremità per fissarle saldamente e formare una ciambella. Quindi, viene cotta in forno a 200° C per circa 30 minuti.

Dopo aver estratto il buccellato dal forno, verrà spennellato con un cucchiaio di conserva d’arancia o albicocca e rimesso nel forno per altri cinque minuti. Infine, verrà guarnito con frutta candita e decorazioni di zucchero.

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