Conte come il Grinch, ci ‘ruba’ il Natale. Torna il lockdown fino al 6 gennaio

di Dario Caselli

Giuseppe Conte non delude le attese e blinda il Natale. Altro che sacrifici oggi per festeggiare con serenità le festività natalizie, il premier Conte decide di fare come il Grinch e di prendersi questo Natale targato 2020 e come per Pasqua chiudere l’Italia.

L’annuncio arriva come al solito a tarda serata e via etere, con l’ennesima conferenza stampa che slitta di ora in ora. Stavolta però non annuncia un Dpcm ma un decreto legge, segno che la sbornia di decreti presidenziali è alle spalle e gli scricchioli della maggioranza delle ultime settimane devono essere arrivati anche al piano nobile di Palazzo Chigi.

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Prevale, quindi, l’ala più rigorista nel governo quella che, preoccupata di un Natale a briglie sciolte, ha virato con decisione verso una serie di limitazioni e chiusura. Troppo il timore che tra gennaio e febbraio, complice anche l’ondata dell’influenza stagionale, la situazione potesse sfuggire di mano. La speranza è che questi sacrifici insieme al vaccino possano finalmente portare a contenere l’epidemia.

Conte decide Italia in zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio

Vediamo allora le misure. L’Italia entrerà in zona rossa dal 24 fino al 6 gennaio ma limitatamente ai giorni prefestivi e festivi. Insomma, non ci si potrà muovere di casa se non per compravate ragioni di lavoro, di salute o necessità nei giorni 24-25-26-27-31 dicembre e 1-2-3-5-6 gennaio. In pratica libera circolazione soltanto il 28, 29 e 30 dicembre e infine il 4 gennaio che saranno in fascia arancione. In realtà però anche nei giorni cerchiati in rosso ci sarà un’eccezione e cioè la possibilità di spostarsi verso abitazioni private ma una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22 e purchè sia nella medesima regione e nei limiti di due persone, oltre ai minori di 14 anni.

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Sul fronte degli esercizi commerciali il premier Conte ha chiarito che nei giorni da zona rossa saranno chiusi i «centri estetici, bar e ristoranti. Saranno invece aperti supermercati, negozi di alimentari, di prima necessità, farmacie e parafarmacie, parrucchieri e barbieri». Invece negli altri giorni tutti regolarmente aperti con le stesse limitazioni oggi in vigore per chi si trova in fascia arancione e con l’orario di chiusura alle 21.

Conte: «Nel decreto di Natale subito un ristoro di 645 milioni per i ristoranti e bar»

Giuseppe Conte

Non solo però le misure di contenimento. Infatti, Giuseppe Conte annuncia anche che nel decreto sono previsti fondi a sostegno delle categorie commerciali colpite da questa nuova serrata. «Abbiamo sospeso contributi e tributi per coloro che hanno perdite. Chi subisce dei danni economici deve essere subito ristorato. Questo decreto dispone subito un ristoro di 645 milioni per i ristoranti e bar», spiega il premier Conte, che inoltre guarda già a gennaio quando arriverà il dl Ristori V: «Con il dl ristori di gennaio provvederemo anche per altri operatori che non riusciamo ora a ristorare, per evitare ingiuste differenziazioni di trattamenti».

Già nella notte, promette Conte, il decreto sarà pubblicato in Gazzetta a conferma della volontà di fare presto e che, come lui stesso ci tiene a precisare nel corso della conferenza stampa: «Non stiamo perdendo tempo. Le misure vanno dal 24 dicembre 6 gennaio. Quello di oggi è un intervento ulteriore su un piano natalizio predisposto con anticipo. Detto questo, noi abbiamo sempre detto che ci muoveremo sulle evidenze scientifiche, se il nostro Cts ci dice che si preannuncia una circolazione del virus, non solo in Italia ma in Europa, che richiede misure, noi difendiamo il Paese e interveniamo subito, come abbiamo sempre fatto con coscienza».

Meloni: «Conte si scusi con italiani per le norme inutili»

Fratelli d'Italia Centrodestra
Tajani, Meloni e Salvini

Ciononostante le opposizioni attaccano. Giorgia Meloni già prima che Conte prenda la parola su Facebook scrive: «Conte si scusi con gli italiani per aver fatto in questi mesi delle norme rivelatesi completamente inutili, come era stato ampiamente preannunciato. Ricordiamo che Conte aveva espressamente detto che le misure restrittive di novembre e di dicembre servivano a salvare il Natale. Questo non si è realizzato e il fallimento è confermato dai fatti». All’attacco anche Matteo Salvini: «Non esiste decreto che possa tenere lontani bimbi, mamme e papà, nonne e nonni. Prudenti e attenti sì, divisi e separati no».

Ora non appena il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scontro si trasferirà in Parlamento, dove ieri in Senato sul decreto Migranti abbiamo avuto un assaggio del clima rovente tra opposizione e maggioranza. La fiducia al decreto è passata ma sia il questore De Poli che un assistente parlamentare sono stati costretti alle cure dell’infermeria del Senato. Per il senatore De Poli una lussazione alla spalla rimediata nel parapiglia finale in Aula.

Clima, quindi, particolarmente teso che rischia di aggravarsi dopo questo decreto. Senza contare la verifica di governo e i 15 giorni (adesso 14) che Renzi ha dato a Conte per evitare la crisi e la fine dell’Esecutivo.

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