La maggioranza discute sul nuovo Dpcm e su come festeggiare il Natale. E intanto si divide sulla riforma del Mes

di Dario Caselli

Gli occhi della maggioranza e del centrodestra sono tutti puntati a domani, quando in Parlamento arriverà l’ennesimo scostamento di bilancio, il terzo. In tutto 8 miliardi per finanziare il Ristori ter, terzo decreto legge che dovrà dare risorse a quei settori colpiti dalle chiusure dopo le recenti misure messe in atto con l’ultimo Dpcm.

Ma nell’attesa sia la maggioranza, e il governo, e sia il centrodestra dovranno fare le pulizie in casa per rimettere ordine e indicare una rotta da seguire da qui almeno alla fine delle feste natalizie. E proprio queste rappresentano il primo dei problemi imminenti, in particolare per la maggioranza che sembra ancora lontana dal prendere una posizione precisa.

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Come festeggeremo il Natale? Ci sarà la possibilità di raggiungere le proprie famiglie anche se residenti in Regione differenti? E il cenone natalizio o quello di Capodanno come sarà? Sono le domande che giorno dopo giorno tanti italiani si rivolgono, ma soprattutto rivolgono al governo.

Al momento una decisione non è stata presa. Si oscilla dal ‘Natale sobrio’ a ‘non sarà come tutti gli altri’ ma in concreto ancora nessuno sa che cosa accadrà da qui a un mese.

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Venerdì con nuovi dati maggioranza deciderà su Regioni e prossimo Dpcm

Senza dubbio i dati di venerdì serviranno a fare un pochino di chiarezza, anche perché il 3 dicembre scade l’ultimo Dpcm che dovrà essere sostituito da uno nuovo che sarà modellato proprio sulla mappa del contagio che emergerà alla fine di questa settimana. L’altro ieri sera il premier Giuseppe Conte si era avventurato nell’ipotizzare che se i dati continuano ad essere così per Natale avremo un’Italia in giallo.

Il premier Conte e il ministro Speranza

Per il momento, comunque, prevale prudenza, quella del ministro Roberto Speranza che dagli studi di Di Martedì ha spiegato: «Da qualche settimana vediamo un segnale che nella direzione giusta: l’indice di contagio Rt si sta abbassando. Due settimane fa era 1,7, poi 1,4 ora è poco meno di 1,2 e sta ancora scendendo. Questo significa che le misure che abbiamo adottato iniziano a dare i loro effetti e che dobbiamo continuare a insistere su questa strada perché la curva è piegabile».

Ma sulle future vacanze di Natale rimane vago: «In questo momento sono consentiti solo spostamenti da zona gialla a zona gialla. Vedremo l’evoluzione epidemiologica delle prossime settimane. Il cenone di Natale bisogna limitarlo agli affetti più stretti: ragioneremo nelle prossime ore anche domani c’è una riunione proprio su questo, valuteremo i numeri visto che in Germania hanno scelto il numero 10». Quindi appuntamento ad oggi per conoscere il numero massimo degli invitati.

Oggi, però, al centro delle decisioni ci sarà anche il possibile ritorno a scuola. Infatti, la riunione convocata tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione servirà a fare nuovamente il punto sulle misure anti-Covid, in vista del nuovo Dpcm e continuare quanto valutato ieri e cioè la possibile riapertura delle scuole verso il 9 dicembre. Ipotesi tutta da verificare e che anch’essa sarà legata alle decisioni della giornata di venerdì.

Il governo presenterà il Recovery Plan non prima di febbraio

Fin qui i temi sanitari, ma la maggioranza è sotto pressione anche per due importanti capitoli: Recovery Fund e Mes. Sul primo finalmente il premier Conte a Otto e Mezzo l’altro ieri ha ammesso che ci sono dei ritardi e che non prima di febbraio potrebbe essere presentato il Plan in Europa. Un’ipotesi che non viene vista con favore dalla Commissione Ue, che avrebbe preferito avere la documentazione italiana prima della fine dell’anno per poi avere tutto il tempo per analizzarla.

Invece, la maggioranza si prenderà tutto il tempo anche perché al momento il Plan è tutto un cantiere. E, infatti, nella manovra di bilancio nella parte relativa ai fondi europei si prevede che questi siano coperti con l’acquisto di titoli da parte della Bce. In attesa, appunto, delle risorse provenienti da Bruxelles.

L’altro tema che agita la maggioranza è il Mes. Argomento, che non è mai uscito dalle discussioni della maggioranza, ed è ritornato prepotentemente perché il prossimo 30 novembre il governo dovrà dare in Europa l’ok al trattato sul Mes. Non si tratta di attivare l’opzione ma semplicemente di dare il via libera alla riforma, ma questo è bastato per riaccendere le tensioni con, da un lato, il Pd e Italia Viva a favore dell’utilizzo del Mes e, dall’altro, il M5S fermamente contrario. Comunque, il ministro Gualtieri prima del 30 dovrà riferire in Commissione e c’è da giurarci che il clima si riaccenderà nuovamente.

Salvini: «Federazione perché unione fa la forza»

Fin qui la maggioranza, ma nemmeno il centrodestra se la passa bene. Al centro c’è la questione della federazione dei gruppi parlamentari che Matteo Salvini anche ieri ha rilanciato: «Circa la federazione voglio dire che l’unione fa la forza, uniamo le idee, mettiamo in comune i progetti, insieme contiamo di più, con emendamenti comuni potremmo avere più forza nel farci ascoltare dal governo».

Meloni: «Federazione? Il centrodestra può essere una confederazione»

Tajani, Meloni e Salvini

Una proposta che però dalle parti di Fratelli d’Italia e Forza Italia non sembra raccogliere entusiasmi, come confermano le parole di Giorgia Meloni a Fuori dal coro: «Io francamente non ho capito dalla proposta che è arrivata esattamente di cosa stiamo parlando, posso dire cosa penso io. Sono in Europa come in Italia favorevole alla confederazione. Cioè il mio modello d’Europa è una confederazione di Stati liberi e sovrani che cooperano sulle grandi materie. Diciamo che vedrei lo stesso scenario per il centrodestra, cioè una confederazione di partiti che però sulle grandi materie sono capaci di essere compatti. E questa è una sfida che deve essere di tutti».

Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino la proposta di Salvini non è destinata a grande futuro. Ma a parte la federazione il vero tema è cosa fare domani quando in Aula arriverà lo scostamento di bilancio. Una decisione ancora non è stata presa e al momento si naviga a vista, il che significa ognuno fa per sé. Lo confermano le votazioni di ieri pomeriggio in Commissione Bilancio alla Camera dove sullo scostamento Fi ha votato a favore, FdI si è astenuta e Lega contro.

Oggi vertice del centrodestra con Meloni, Salvini e Tajani

E’ chiaro che per domani una posizione unitaria dovrà essere presa quando si andrà in Aula. Ecco perché oggi è previsto un vertice di Meloni, Salvini e Tajani proprio per fare il punto della situazione e individuare una linea comune. Sempre Giorgia Meloni spiega che ha intenzione di proporre «al centrodestra di fare un documento comune e di mandarlo al governo. E sulla base delle risposte che arriveranno a quel documento, come centrodestra decidiamo come votare sullo scostamento di bilancio, perché io alla cieca i soldi non li dò più».

Vedremo, quindi, cosa riuscirà a fare il centrodestra atteso da un non facile tentativo di trovare un punto di equilibro che accontenti tutti. Lo stesso dovrà fare la maggioranza a cui spetta però anche il più delicato compito di non scontentare gli italiani, che guardano con sempre più apprensione l’avvicinarsi del Natale e non hanno intenzione di trovare sotto l’albero soltanto rinunce e sacrifici.

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