Campania, De Luca: «Sciacallaggio mediatico sulla Campania per colpirmi»

di Redazione

Il governatore De Luca continua lo show dall’alto del ‘suo’ Aventino. Continua a denunciare i presunti atti di sciacallaggio contro la ‘sua’ Regione e arriva a definire come razziste le parole del ministro Luigi di Maio, napoletano di Pomigliano d’Arco. Questa volta lo fa in diretta tv nazionale, ospite (ancora una volta) di Fabio Fazio in ‘Che tempo che fa’.

Come un disco ormai rotto il governatore racconta come l’Ente da lui guidato stia «combattendo a mani nude, abbiamo fatto un miracolo». Ormai completamente bloccato sulle sue posizioni il governatore ripete ancora una volta: «Avevo proposto la zona rossa per tutta Italia ad ottobre. La decisione per la Campania è arrivata dopo le immagini del lungomare di Napoli, totalmente fuori controllo domenica scorsa».

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«Noi eravamo in zona gialla martedì, nel giro di 72 ore siamo arrivati in zona rossa. Il ministero della salute dovrebbe dire cosa è cambiato in 72 ore. O non hanno letto i dati martedì o non li hanno letti venerdì. Oppure, davanti ad un’ondata di sciacallaggio mediatico e politico, il governo non ha retto», aggiunge De Luca.

«Abbiamo fatto – dice – un miracolo raddoppiando le terapie intensive, con un tasso di occupazione sotto il 30%. Abbiamo il 50% dei posti in ospedale liberi, abbiamo il tasso di morte più basso in Italia. Abbiamo ottenuto risultati straordinari che meritano rispetto».

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«Due mesi fa si potevano fare due scelte diverse: anticipare il contagio o seguirlo. Il governo ha fatto questa seconda scelta, a mio parere è stata sbagliata perché ha creato divisioni tra territori e categorie. Un mese fa mi hanno messo in croce quando ho chiuso le scuole, ora le stanno chiudendo. Perché si è perso un mese? C’erano illusioni, si immaginava che il contagio non esplodesse. C’era un retroterra di semplificazione, mentre io dicevo che il contagio era dietro l’angolo, a Milano c’era qualche autorevole medico che il contagio era clinicamente scomparso. Adesso dobbiamo dare una prova di unità nazionale, a condizione che il governo si metta in condizione di essere aiutato».

De Luca torna ad attaccare Luigi Di Maio nonostante nel pomeriggio il ministro abbia inviato un messaggio di pace: «lavoramo insieme per la Campania e per il paese. Non è una questione tra me e De Luca. Io ho sempre sostenuto la sua linea del rigore, ma serviva un intervento» ha detto l’esponente pentastellato.

E invece per l’inquilino di Palazzo Santa Lucia «ci sono ministri che si mettono a fare sciacallaggio, il presidente del Consiglio non deve fare il cardinale di curia ma deve richiamare i ministri ai doveri di buona educazione, correttezza istituzionale e onestà intellettuale. Non è tollerabile che un ministro si metta a fare sciacallaggio sulla base della più totale ignoranza. Di Maio ha detto cose ignobili e il presidente del Consiglio deve intervenire. Ha detto il falso», dice.

De Luca poi affonda il colpo nei confronti di Luigi de Magistris: «A Napoli c’è stato qualche amministratore che ha dato una mano per aiutare la campagna di sciacallaggio: è stato in tv 102 volte da settembre a oggi. E’ scandaloso». Dimenticando però che tra dirette facebook, presenza sui giornali, interviste tv e sui quotidiani anche lui non è stato da meno.

«Lo sciacallaggio mediatico è stato terribile, perché in Italia c’è un filone sotterraneo di razzismo antimeridionale che ogni tanto viene a galla e perché c’era da colpire in Campania un uomo che non partecipa alle massonerie, alle aggregazioni di corrente e alle corporazioni», ribadisce. Già, ma fossi in lui, proverei anche a ricordare che il primo a  compiere atti di sciacallaggio nei riguardi delle regioni in difficoltà ed a sparare con il lanciafiamme contro i loro governatori è stato lui. Per dirla con l’antica saggezza “chi di lanciafiamme ferisce di lanciafiamme perisce”.

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