Ennesima batosta per il corpo di polizia penitenziaria che lamenta ormai da anni la carenza del personale e tante altre criticità. Il cosiddetto decreto Ristori ha stanziato fondi per 68 milioni di euro per le forze dell’ordine escludendo, però, il comparto giustizia che ormai da mesi è sotto i riflettori per via delle numerose aggressioni che si verificano all’interno degli istituti penitenziari italiani, delle continue evasioni e degli agenti che sono costretti ad operare in condizioni di estrema difficoltà.
La polizia penitenziaria, attualmente risulta essere il corpo che maggiormente sta risentendo dell’attuale situazione sanitaria: dalle mancate assunzioni e il potenziamento degli organici, alle rivolte verificatesi nello scorso mese di marzo, alle continue aggressioni subite dagli agenti e al costante aumento delle persone positive al Covid-19 all’interno delle carceri.
Più volte sono state sollecitate le assunzioni anche mediante scorrimento della graduatoria da parte degli esponenti di Fratelli d’Italia, delle organizzazioni sindacali e dei candidati dell’ultimo concorso che prevede l’arruolamento di 754 allievi agenti di polizia penitenziaria ma tuttora, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non ha ancora preso le decisioni sui provvedimenti utili a tamponare i vuoti di organico e garantire più sicurezza negli istituti di pena.
La situazione in Italia è ancora più grave vista la curva crescente dei contagi che non permette l’espletamento di nuovi bandi di concorso e questo dovrebbe far riflettere il ministro della Giustizia sulle nuove assunzioni nel corpo di polizia penitenziaria attingendo alla graduatoria dell’ultimo concorso, come proposto attraverso l’ordine del giorno presentato dal deputato FdI Wanda Ferro. Proposta che tra l’altro, ha ricevuto parere favorevole dall’esecutivo.
Nonostante gli episodi di aggressione e di evasione che continuano purtroppo a registrarsi, come quella verificatasi alcuni giorni fa nei confronti di due poliziotti penitenziari feriti nel corso di una rivolta fuori dal carcere o dell’evasione del detenuto nel carcere di Massa Marittima, il Governo non riesce ancora a dare le garanzie necessarie per l’espletamento delle mansioni in totale sicurezza.
Il corpo di polizia penitenziaria è in ‘pericolo’ e il decreto Ristori non ha previsto stanziamenti monetari per il comparto giustizia. Nessun fondo, quindi, per garantire tutela agli uomini e alle donne in divisa costretti a operare in ambienti difficili come quelli delle carceri.
«Grave il mancato stanziamento di parte del Governo di fondi necessari a predisporre le opportune misure di tutela a favore della Polizia Penitenziaria. Da tempo il Sappe sollecita il Governo, per il tramite del ministero della Giustizia, a predisporre adeguati interventi a tutela delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, in servizio nella prima linea delle sezioni detentive 24 ore al giorno», spiega il segretario generale del Sappe Donato Capece chiedendo un urgente tavolo di confronto con il ministro Bonafede.
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