«I professionisti vogliono svolgere l’attività lavorativa in piena sicurezza e non in costante emergenza, anche a tutela di clienti e collaboratori. In questi mesi ci siamo accollati i costi per la sicurezza e per adeguare i sistemi informatici con contributi statali pressoché nulli, ma adesso chiediamo al governo di fare un passo nei nostri confronti, prevedendo la disapplicazione delle sanzioni per lievi ritardi nell’invio di dati all’amministrazione finanziaria. Oggi, infatti, vista l’emergenza che ha colpito tutti noi, non è in alcun modo giustificabile l’applicazione di queste sanzioni». Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec).
«Chiediamo null’altro di ciò che è già previsto giuridicamente dalla normativa tributaria e regolato dall’art. 6, D.Lvo 472/1997, ovvero che la forza maggiore sia causa di non punibilità delle violazioni tributarie e renda inapplicabili le sanzioni», spiega De Lise.
«Vogliamo ricordare – continua – che il sistema tributario prevede la possibilità di inviare le dichiarazioni fiscali entro 90 giorni dalla scadenza con contestuale versamento di una sanzione per regolarizzarne il ritardo. Per questo, non possiamo allinearci al nostro Consiglio Nazionale quando chiede una proroga di 10 giorni della scadenza per l’invio delle dichiarazioni… Parliamo di 240 ore di fronte a ciò che stiamo facendo da marzo: una inezia, della quale possiamo fare a meno».
«Chiediamo dunque che venga esplicitata, per gli anni fiscali 2020 e 2021, l’inapplicazione delle sanzioni per chi entro 90 giorni dalla scadenza adempia spontaneamente e che vengano definite, anche tramite atti del ministero dell’Economia e dell’Agenzia delle Entrate, le cause di forza maggiore ex art. 6 D. Lvo 472/97 collegate all’emergenza sanitaria evitando il proliferare di contenziosi nei prossimi anni», conclude il presidente dei giovani commercialisti.
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