Governo rinvia l’approvazione del Def e dei ‘nuovi’ decreti sicurezza. M5S contro la reintroduzione della protezione umanitaria

di Dario Caselli

A una decina di giorni dalle elezioni il governo e la maggioranza riprendono il filo delle attività interrotte. Il Consiglio dei ministri di ieri è servito per stendere le basi per quello di lunedì sera nel quale sarà approvato il Nadef, cioè la nota di aggiornamento al Def, e per iniziare ad impostare quella che poi sarà la manovra di dicembre.

Esclusa grazie al pareggio elettorale la fine anticipata del governo, Conte e Gualtieri possono guardare lontano e soprattutto essere sicuri che la legge di Bilancio 2021 avrà il loro sigillo. Nel complesso dovrebbe essere una manovra di circa 40 miliardi di euro, di cui 22 saranno frutto di extradeficit, e che punterà a una riduzione del carico fiscale sulle famiglie attraverso l’introduzione dell’assegno unico per i figli.

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Non ci sarà però la riforma fiscale, che in un primo momento sembrava dovesse rientrare tra le misure della Finanziaria e che invece sarà varata tra la fine dell’anno e gli inizi del 2021. Un percorso a tappe anche perché non c’è accordo nella maggioranza, in particolare sull’introduzione del modello tedesco per il calcolo dell’aliquota su cui però non ci sarebbe il via libera di Italia Viva.

Nel merito delle misure, ancora molto incerte, il governo oltre l’assegno unico per i figli punta a stanziare circa 15 miliardi per il riordino degli attuali aiuti alla famiglia, dalle detrazioni per i figli a carico ai vari bonus. Mentre per il mercato del lavoro potrebbero essere messi in campo circa 2 miliardi per stabilizzare il taglio del cuneo fiscale fino a 40mila euro di reddito; inoltre potrebbe arrivare un pacchetto di nuovi sgravi contributivi sulle assunzioni a tempo indeterminato, che potrebbe arrivare al 100 per cento per i contratti stabili per gli under 35, e ridursi al 50 per cento per gli altri.

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Governo teme slittamento Recovery Fund

Conte
Giuseppe Conte

Naturalmente, molte scelte dipenderanno anche da come terminerà il dibattito in Europa sul Recovery Plan. Infatti, il premier Conte e tutto il governo guardano con attenzione e apprensione la crescente tensione sui negoziati tra i governi, da un lato, e tra il Consiglio e il Parlamento Ue, dall’altra, sul legame tra uso dei fondi europei e rispetto dello Stato di diritto, sulle risorse proprie future del bilancio. Un irrigidimento dei Paesi Frugali, Olanda e Finlandia in testa, sul tema dello Stato di diritto che potrebbe rischiare di ritardare l’approvazione del bilancio Ue e quindi anche del Recovery Fund.

Insomma, i ‘frugali’ chiedono regole più stringenti e un rispetto più rigoroso dello Stato di diritto, mentre Ungheria e Polonia si oppongono sostenendo che la protezione del Bilancio dell’Unione e lo stato di diritto devono restare separati. Un braccio di ferro che potrebbe incidere sull’approvazione del bilancio Ue e quindi sul Recovery Fund.

Un problema di non poco per il governo che già deve fare i conti ancora con il mancato via libera al Mes, anche se il pressing del Pd si fa giorno dopo giorno più asfissiante. La dilatazione dei tempi per l’accesso ai fondi del Recovery sarebbe drammatica visto che il governo puntava proprio a queste risorse, addirittura sperando in un anticipo di 20 miliardi di euro, per raddrizzare i conti e impostare il famoso rimbalzo del Pil per ora sprofondato a -9.

Nadef e decreti Sicurezza nel CdM di lunedì

Unione Europa contro l'epidemiaEcco, perché l’approvazione del Nadef è stata spostata a lunedì in attesa di capire come si evolverà la discussione in Europa. E in questo senso il vertice straordinario di oggi e domani dei 27 leader, convocato dal presidente del Consiglio Charles Michel per affrontare questioni di politica estera, potrebbe essere un’occasione per parlarne. Di sicuro sarà al centro del summit di metà ottobre.

Nel Consiglio dei ministri di lunedì ci sarà, invece, la riforma dei decreti Sicurezza anche se si registrano ancora fibrillazioni interne alla maggioranza. A far discutere Pd e M5S la reintroduzione della protezione umanitaria, sia pure sotto nuove sembianze, con un allargamento delle maglie della ‘protezione speciale’. Anche se fonti qualificate del Movimento ribadiscono che l’intesa siglata a luglio reggerà, più di qualcuno teme che troppe concessioni possano prestare il fianco agli affondi di Matteo Salvini.

La posizione, ribadita all’interno dei Cinquestelle, sarebbe quella di modificare i decreti Sicurezza soltanto in quelle parti per consentire la piena adesione con i richiami del presidente della Repubblica. Ma sia Conte e sia Lamorgese continuano a rassicurare che tutto andrà bene e alla fine la modifica dei decreti sarà approvata.

Dal canto suo Matteo Salvini è pronto alla battaglia, annunciando già un referendum sulle nuove norme e allo stesso tempo cercando di sfruttare le divisioni nella maggioranza: «Siccome non sono d’accordo sull’abolizione dei decreti sicurezza allora rinviano, come su Alitalia e su tanti altri dossier». Intanto, per sabato accoglierà Meloni e Tajani a Catania dove però sarà atteso in Tribunale per l’udienza preliminare per il processo sul caso della nave Gregoretti.

Giorgia Meloni, invece, si gode il successo ottenuto con la nomina a presidente dell’Ecr party, che rafforza Fratelli d’Italia soprattutto a livello internazionale. E questo guardando al piano nazionale porta a sperare che finalmente in Italia il dibattito sia sempre più basato sui temi e i programmi e non tanto sulla polemica antifascista, ormai sempre più logora.

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