Mandanti, organizzatori, esecutori dell’omicidio: c’è tutto questo dietro le quattro ordinanze di custodia cautelare eseguite oggi dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli che hanno ‘ricostruito’ l’omicidio, nell’agosto 2008 nella villa Comunale di Secondigliano, di Ciro Maisto. Un omicidio che si inserisce temporalmente a margine nella cosiddetta “seconda faida” di Scampia ma che in realtà viene ricondotto ad una “epurazione” interna al clan Di Lauro. Destinatari dell’ordinanza sono Marco Di Lauro, 40 anni, Pasquale Spinelli, 44 anni, Nunzio Talotti, 41 anni, e Gennaro Vizzaccaro, 44 anni.
Maisto, secondo le indagini del militari, aveva messo in discussione la leadership del clan, in quel momento retto da Marco Di Lauro, latitante ma presente sul territorio. I vertici del sodalizio decisero, pertanto, di uccidere Maisto pensando che potesse tradirli, aderendo agli “Scissionisti” oppure collaborando con la giustizia.
Ciro Maisto, elemento di spicco del clan, fu assassinato inprossimità del rione Dei Fiori, noto come “Terzo Mondo”, quartier generale del clan Di Lauro. La vittima fu attirata in un tranello da altri affiliati, che lo uccisero esplodendoglicontro vari colpi di pistola. Tra i soggetti colpiti dalla misura cautelare figura, in qualità di mandante, Marco Di Lauro, tratto in arresto nel marzo 2019 dopo circa 15 anni di irreperibilità e già inserito nell’elenco dei latitanti più ricercati a livello nazionale.
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