Omicidio nel Casertano, un minore fermato per la morte del 20enne Davide Carbisiero

Il ragazzo raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla giugulare

C’è ancora più di un punto interrogativo attorno all’omicidio di Davide Carbisiero, il 20enne di Succivo morto all’interno di una sala slot a Cesa, in provincia di Caserta. Il giovane è stato ritrovato senza vita alle prime luci dell’alba di domenica, riverso in una pozza di sangue e con ferite da arma da fuoco sul corpo.

Leggi anche: Omicidio di Davide Carbisiero: il movente potrebbe essere una lite tra giovani

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Il suo cadavere è stato scoperto poco dopo le 7 da chi gestisce il bar adiacente alla sala giochi, il quale ha dato l’allarme. I carabinieri sono intervenuti immediatamente in via Berlinguer, avviando indagini serrate che nel giro di 24 ore hanno portato a un primo, importante sviluppo.

Fermato un minorenne

Nella tarda serata di domenica, la Procura della Repubblica del Tribunale per i
Minorenni di Napoli ha disposto il fermo di un minore gravemente indiziato dell’omicidio di Davide Carbisiero. Il delitto è avvenuto alle prime ore del 13 aprile, proprio all’interno della sala slot dove il ragazzo si era recato dopo aver accompagnato la fidanzata a casa.

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Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Gruppo di Aversa, l’omicidio sarebbe avvenuto mediante l’esplosione di un colpo d’arma da fuoco che ha attinto la vittima alla zona giugulare. Il giovane fermato è stato trasferito al Centro di giustizia minorile di Napoli, in attesa dell’udienza per la convalida del provvedimento. Le indagini, intanto, proseguono per chiarire le circostanze del fatto e soprattutto per individuare il movente.

Le modalità dell’omicidio

Il giovane, originario di Succivo (un altro comune del Casertano che dista pochi chilometri da Cesa), era incensurato, ma per il suo omicidio si è mossa, oltre alla Procura ordinaria di Napoli Nord, anche la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha inviato sul luogo del delitto, in via Berlinguer, un sostituto procuratore, considerata anche la dinamica, che rimanda a un agguato di stampo mafioso. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa e i magistrati hanno sentito diverse persone.

Hanno poi analizzato le immagini delle telecamere, repertato alcuni bossoli trovati sul pavimento, acquisito informazioni sul territorio. Un’indagine veloce ma che non ha lasciato niente al caso. C’è attesa anche per l’esame autoptico disposto sul cadavere di Davide Corbisiero dall’autorità giudiziaria.

A rendere inquietante il quadro sono anche le modalità del delitto, che – come detto – inizialmente hanno fatto pensare ad un agguato riconducibile alla criminalità organizzata e a una sorta di regolamento di conti. Quel che è certo, finora, è che il giovane Carbisiero non aveva mai avuto problemi con le forze dell’ordine. Sabato sera, hanno accertato i carabinieri, Davide Carbisiero aveva accompagnato a casa la fidanzata per poi andare proprio alla sala slot, dove si è consumato l’omicidio. È probabile che al momento del delitto vi fossero anche altre persone, che sono poi fuggite, lasciando Carbisiero a terra nel sangue.

Sgomento a Cesa

Molti giovani del posto, tra cui amici e parenti del ragazzo, si sono radunati nei pressi del luogo della tragedia. La sala slot è aperta 24 ore su 24, ma il corpo di Davide è stato rinvenuto solo la mattina, quando il barista è entrato nel locale attiguo (i due locali hanno ingressi differenti: via Atellana per il bar, via Berlinguer per la sala slot).

Resta forte lo sconcerto per una morte tanto brutale quanto inspiegabile e per il fermo di un giovanissimo. Le indagini sull’omicidio del 20enne Carbisiero continuano senza sosta per capire l’esatta dinamica dell’accaduto e il movente del cruento fatto di sangue. E l’eventuale coinvolgimento di altre persone.

Il sindaco: troppe armi in mano ai minori

«Perdere la vita a 19 anni resta sempre un fatto inspiegabile, qualsiasi siano le circostanze in cui avviene un simile fatto. E quel che sconcerta è la facilità con cui dei minori abbiamo la disponibilità di armi». Un commento amaro quello del sindaco di Cesa (Caserta) Enzo Guida. «Al momento – dice il sindaco – non si conoscono le ragioni di un simile gesto. Sappiamo che le forze dell’ordine ed i magistrati hanno lavorato e stanno lavorando in maniera professionale ed incessante per fare luce su questa drammatica vicenda. Avere a Cesa un territorio coperto, per ora, dall’80% da telecamere di video-sorveglianza, ha rappresentato un utile supporto alle indagini. È altresì evidente che in questo momento ci sono due famiglie che, per ragioni diverse, sono sconvolte dal dolore» conclude Guida.

 

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