Si vede il rapitore, con un cappuccio, che trascina di peso il 15enne
È immortalato in un video registrato da un sistema di sorveglianza il rapimento, martedì scorso, del quindicenne di San Giorgio a Cremano, costretto a salire a forza in un furgone e liberato dopo diverse ore, con il successivo arresto di uno dei sequestratori. Il filmato riprende la fase finale del rapimento del ragazzo, prelevato martedì scorso mentre stava andando a prendere la sua minicar per recarsi a scuola, da un uomo poi individuato nel 24enne Antonio Pacheco Amaral de Oliveira, fermato dalla Polizia a Pozzuoli. Nelle immagini si vede il rapitore, con un cappuccio in testa, che trascina di peso il 15enne.
La violenza del sequestro e l’indifferenza dei passanti
Da alcuni fotogrammi si percepisce che solleva il ragazzo, il quale cerca inutilmente di fare resistenza e ribellarsi, mentre l’uomo, alto quasi due metri, lo tiene bloccato. Alla fine lo infila di forza in un furgone bianco, che risulterà rubato, prima di partire a tutto gas e lasciando una densa scia di fumo nero. In questa fase si intravede anche un uomo del posto che si avvicina, assiste alla scena e poi, forse spaventato, fa dietrofront.
Quindi, stando alle immagini, nessuno interviene per impedire che il ragazzino venga portato via, a differenza da quanto trapelato all’indomani del rapimento, in base ad alcune dichiarazioni rese a caldo: l’azione del sequestratore appare indisturbata. Il ragazzo verrà liberato qualche ora dopo nell’hinterland a Nord di Napoli, mentre il 24enne, appena dopo mezz’ora dopo la messa in sicurezza del giovane, è stato rintracciato e bloccato nei pressi di un hotel di Pozzuoli dalla Polizia.
Nei suoi confronti il pm Henry John Woodcock, della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha emesso un provvedimento di fermo per sequestro di persona a scopo estorsivo, aggravato dal metodo mafioso. Reato commesso in concorso con complici ancora ignoti, ma attorno ai quali il cerchio si starebbe stringendo.
Le prove e l’interrogatorio davanti al gip
Oggi Antonio Pacheco – nato ad Amburgo il 15 settembre 2001 ma vissuto a San Giorgio a Cremano, dove ha lavorato anche nell’autolavaggio della famiglia della vittima – comparirà davanti alla gip di Napoli Fabrizia Fiore per la convalida del fermo. A suo carico ci sarebbero prove schiaccianti, compreso il telefono cellulare che la Squadra Mobile gli ha sequestrato e con il quale avrebbe interloquito per ore con il padre del 15enne, al quale sarebbe stato chiesto un riscatto da un milione e mezzo di euro, che non è stato pagato.