Colpi per quasi due milioni di euro
Le truffe messe in piedi dalla organizzazione sgominata dalla squadra mobile di Genova erano riuscite a portare via quasi due milioni tra gioielli e soldi alle vittime. I colpi, 103, sono stati fatti in Liguria e anche in altre regioni italiane.
Gli investigatori genovesi, insieme ai colleghi di Napoli, Bari, Benevento, Campobasso, Caserta, Frosinone, Isernia, Potenza e Salerno e al Reparto Prevenzione Crimine, stanno seguendo 77 misure cautelari di cui 22 in carcere e 55 l’applicazione congiunta delle misure cautelari dell’obbligo di dimora nel comune di Napoli e dell’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, guidati dal primo dirigente Carlo Bartelli, la rete criminale operava con la tecnica del «finto incidente», contattando telefonicamente le vittime, spesso fingendo di essere appartenenti alle forze dell’ordine, per ingannarle con falsi allarmi su presunti incidenti o problemi giudiziari riguardanti i loro familiari. I telefonisti, senza alcuno scrupolo, convincevano gli anziani, ormai sfiniti e terrorizzati, a consegnare denaro e oggetti di valore, facendoli credere necessari per risolvere le situazioni simulate. Le indagini hanno permesso di accertare che il gruppo utilizzava telefoni intestati a prestanome, mezzi a noleggio e basi logistiche diversificate per eludere i controlli.
L’inchiesta degli inquirenti è partita a giugno 2023 dopo una truffa consumata a Genova. Gli investigatori hanno poi delineato i presunti ruoli di ogni singolo partecipante. La base era nel Comune di Napoli con una base logistica ad Aversa. Gli accertamenti hanno accertato che il gruppo era composto da telefonisti esperti, incaricati di raggirare le vittime, e da «trasfertisti», addetti al ritiro del denaro e dei beni, spesso preziosi, sottratti agli anziani.
Fino a 5mila telefonate al giorno
Dalle indagini è emerso che i vertici della struttura, utilizzando appartamenti adibiti a call center, facevano tra le 600 e le 1200 chiamate giornaliere per ognuno (operando contestualmente in 4/5 nel ruolo di «telefonisti») per poi utilizzare tra le 5 e le 7 pattuglie di «operativi» (addetti alla riscossione dei soldi dalle vittime) dislocate in svariate province italiane. L’organizzazione forniva persino, attraverso sodali «intermediari» dedicati a questo aspetto, supporto logistico ed assistenza legale in caso di intervento delle forze dell’ordine.
Nel corso dell’indagine sono state arrestate 75 persone. La polizia di Stato invita tutti i cittadini, in particolare gli anziani e le loro famiglie, a prestare la massima attenzione a telefonate sospette e a segnalare immediatamente tentativi di truffa al Numero Unico di Emergenza 112. Si invita inoltre a sporgere sempre denuncia alle forze di polizia, infatti, le denunce, costituiscono un elemento prezioso, anche a distanza di tempo, per individuare i responsabili di odiose condotte come quelle delle truffe agli anziani. Infine, si vuole ricordare che le forze dell’ordine non chiedono, per nessun motivo, di fornire denaro contante o beni preziosi ai cittadini.