Alcuni detenuti gli avrebbero promesso un compenso
Un ispettore della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) è stato arrestato mentre cercava di introdurre cellulari e cocaina nell’istituto, da consegnare ai detenuti. Sono stati gli stessi colleghi del sottufficiale di 52 anni a controllarlo poco dopo che aveva preso servizio e a trovare nella sua disponibilità 19 cellulari, 20 cavi di alimentazione e quasi 35 grammi di cocaina. L’agente è stato immediatamente ammanettato.
Il fatto è avvenuto nel weekend, e ieri il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha convalidato l’arresto su richiesta della Procura sammaritana. L’ispettore risponde dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, introduzione di cellulari in carcere e corruzione, in quanto si sarebbe accordato con alcuni detenuti che gli avrebbero promesso un compenso per l’introduzione della droga e dei cellulari.
I precedenti
Quella dell’ispettore è la quarta indagine effettuata in poco più di 18 mesi dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere su personale in servizio in carcere che tenta di introdurre a favore di detenuti materiale vietato o di agevolarne in qualche modo il trattamento carcerario; in due casi, come quello dell’ex garante dei detenuti Emanuela Belcuore e dell’operatore socio-sanitario sorpreso e arrestato a giugno 2024 con cellulari e cavetti usb, si è arrivati anche alla definizione del processo con un patteggiamento.
Un altro agente fu arrestato nel gennaio scorso perché trovato con hashish. Un’attenzione mirata quella dell’ufficio inquirente guidato da Pierpaolo Bruni nei confronti di un carcere molto complicato, divenuto noto per le violenze commesse dagli agenti nei confronti dei detenuti nell’aprile del 2020, che ha dato luogo ad un maxi-processo con 105 imputati – quasi tutti poliziotti penitenziari, ma anche funzionari del Dap e medici dell’Asl di Caserta – in corso nell’aula bunker annessa allo stesso penitenziario.