A pagare solo i napoletani: qualcuno si assuma la responsabilità
Non bastano più le promesse e le inaugurazioni in pompa magna. I trasporti a Napoli sono nel caos, e a farne le spese sono ancora una volta i cittadini. Linee metropolitane interrotte, stazioni chiuse, funicolari a singhiozzo e un’azienda, l’Anm, che da tempo ha bisogno di nuovo personale. Di fronte a un quadro simile, è legittimo chiedere che il Comune di Napoli, a partire dal sindaco Gaetano Manfredi, individui i responsabili politici e gestionali di questa situazione e li chiami a risponderne pubblicamente. Perché non è più accettabile che a pagare siano solo gli utenti.
- Linea 6, l’ennesima figuraccia: chiuse stazioni strategiche
- Orari ridotti e promesse non mantenute
- Il weekend nero dei trasporti: Linea 1 e funicolari ferme
- La stazione Centro Direzionale e l’illusione dell’efficienza dei trasporti a Napoli
- Il nodo delle assunzioni
- I cittadini pagano, ma chi ha sbagliato continua indisturbato
Linea 6, l’ennesima figuraccia: chiuse stazioni strategiche
Le stazioni Municipio e Chiaia della Linea 6 sono sbarrate da oltre una settimana. La ex Ltr, inaugurata in pompa magna solo scorso 16 luglio da Manfredi e dall’assessore Edoardo Cosenza, è già in difficoltà. L’Anm ha comunicato un guasto alla linea elettrica dovuto a infiltrazioni, e ha sospeso il servizio su buona parte della tratta, lasciando operative solo le stazioni tra San Pasquale e Mostra.
Municipio è un nodo di scambio fondamentale con la Linea 1, mentre Chiaia – stazione d’arte premiata con il Prix Versailles e frequentata da turisti – resta inaccessibile, se non per un ingresso secondario utile solo agli ascensori. È la seconda volta in poche settimane che Anm chiede a Hitachi Rail di intervenire, dopo un altro guasto a un interscambio che aveva bloccato la tratta.
Orari ridotti e promesse non mantenute
La Linea 6, quando funziona, lo fa solo fino alle 15.30. Un orario ridicolo per una metropolitana che dovrebbe servire il centro città. Eppure, l’amministrazione continua a promettere il prolungamento del servizio fino alle 20, annunciando nuovi treni (sei entro dicembre 2026, un po’ pochi) e un potenziamento progressivo. Ma per ora, sono solo parole. I treni in circolazione sono ancora quelli degli anni Novanta, e i lavori al deposito di via Campegna procedono lentamente.
Il weekend nero dei trasporti: Linea 1 e funicolari ferme
Non è solo la Linea 6 a far acqua. L’intero sistema dei trasporti a Napoli è in affanno. Solo pochi giorni fa, un’ondata di assenze legate a una presunta epidemia tra i dipendenti e a tensioni per indennità non pagate ha portato al blocco simultaneo delle linee 1 e 6, paralizzando la mobilità urbana. La situazione si è sbloccata solo grazie alla procedura di raffreddamento sindacale, ma l’emergenza ha mostrato ancora una volta quanto fragile sia l’intero impianto.
Le funicolari? Anche loro spesso ferme. Le interruzioni sono diventate una costante, tanto che il trasporto su ferro appare ormai come un servizio a intermittenza.
La stazione Centro Direzionale e l’illusione dell’efficienza dei trasporti a Napoli
Il 1° aprile è stata inaugurata la stazione Centro Direzionale della Linea 1. Un altro taglio del nastro celebrato dall’amministrazione. Ma a cosa serve aprire nuove stazioni se poi il servizio non è in grado di reggere? I treni passano, sì, ma con quali garanzie di continuità? Senza personale sufficiente e senza una rete manutentiva adeguata, anche le nuove infrastrutture rischiano di restare simboli vuoti.
Il nodo delle assunzioni
Non si scopre certo oggi che l’Anm ha bisogno di almeno 400 nuove unità tra macchinisti e agenti di stazione. Eppure, il Comune ha perso tempo prezioso. Solo ora si parla di reclutamento. Un’amministrazione capace programma per tempo tutti gli interventi necessari e non tergiversa davanti ai problemi dei trasporti a Napoli
I cittadini pagano, ma chi ha sbagliato continua indisturbato
Chi sbaglia, in qualsiasi settore, dovrebbe assumersi la responsabilità dei propri errori. Ma nei trasporti a Napoli, a pagare sono solo i cittadini. Le istituzioni, invece, sembrano immuni a ogni conseguenza. E questo è inaccettabile. Serve un’assunzione di responsabilità politica e gestionale. Non bastano più le giustificazioni tecniche, gli scaricabarile o le promesse elettorali. I disagi sono sotto gli occhi di tutti, e il Comune ha il dovere di intervenire, subito, e con chiarezza.