Rinviata la decisione sulla richiesta di estradizione
La Corte di Appello di Napoli (VIII sezione penale, presidente Donatiello, giudici relatori Forte e Grasso) ha accolto le richieste presentate oggi dagli avvocati di Lucia Simeone, la collaboratrice del parlamentare europeo di Forza Italia Fulvio Martusciello, colpita da un mandato di arresto europeo, e chiederà alle autorità belghe informazioni sulle sue strutture carcerarie.
Simeone è coinvolta in un’inchiesta incentrata su un presunto giro di tangenti versate ad alcuni politici affinché si spendessero in sede Ue, attraverso una missiva, per favorire il colosso cinese Huawei sul 5G. Su richiesta dell’autorità giudiziaria italiana, quindi, il Belgio dovrà fornire informazioni sul carcere dove l’indagata potrebbe essere detenuta nel rispetto dei diritti fondamentali della persona e anche del suo precario stato di salute. La risposta dovrà essere recapitata dalle autorità belghe entro il 15 aprile, data della prossima udienza.
Lo stato di salute dell’indagata
I legali di Simeone, gli avvocati Antimo Giaccio e Claudio Pollio, hanno depositato oggi una certificazione medica neurologica redatta da un consulente di parte nella quale viene evidenziato il precario stato di salute dell’indagata, sofferente a causa di frequenti attacchi di panico. La donna, inoltre, secondo i suoi avvocati, non dorme e non si nutre. Depositato contestualmente anche uno studio sulle condizioni delle carceri in Belgio dal quale si evidenziano «trattamenti degradanti e inumani».
Dai legali è giunta la richiesta di accertare la compatibilità delle carceri belghe con le condizioni di salute di Lucia Simeone: le cure farmacologiche a cui è attualmente sottoposta, peraltro, prevedono una ricalibrazione periodica della posologia delle medicine, e i legali chiedono che l’eventuale struttura carceraria di destinazione belga, da individuare in concreto, sia attrezzata per questo tipo di trattamento.
Su questa istanza il sostituto procuratore generale di Napoli Valeria Gonzalez Y Reyero, ha espresso parere favorevole. La segreteria di Martusciello è accusata di avere ricevuto un bonifico di mille euro per corrompere altri euro parlamentari allo stato non identificati. I reati contestati sono associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio. Gli avvocati hanno invocato ai giudici il rispetto del giusto processo, del diritto di difesa e dell’inviolabilità della libertà personale.