La Venere degli Stracci abbandonata in un deposito cimiteriale
L’amministrazione comunale di Napoli continua a dimostrare approssimazione e mancanza di visione strategica nella gestione della cultura, un settore cruciale per una città intrisa di storia, arte e tradizioni. Il sindaco Gaetano Manfredi, che ha deciso di mantenere per sé la delega alla cultura, sembra aver intrapreso una politica di decisioni affrettate e discutibili investimenti pubblici, come dimostra emblematicamente il caso della Venere degli Stracci che, come denuncia un articolo de «il Mattino», riposa, attualmente tra un forno crematorio e bare in disuso.
Un’opera costosa e controversa
L’opera, inizialmente presentata come una donazione, si è rivelata in realtà un costo salato per i cittadini napoletani: oltre 250.000 euro per una copia, non l’originale, con una gestione che si è distinta per opacità e continue spese aggiuntive. Già all’epoca della sua installazione e dopo il rogo ad opera di un clochard, si erano sollevate notevoli polemiche. Ad aggravare il quadro, le ulteriori uscite per la guardiania dell’opera, pari a 23.000 euro, rese necessarie dall’incapacità di trovare una collocazione adeguata. La consigliera regionale indipendente Marì Muscarà ha commentato duramente la vicenda, sottolineando il disastro amministrativo che si cela dietro questa operazione.
Le critiche di Marì Muscarà
«La Venere degli Stracci, tanto celebrata e spacciata come ‘donazione’, oggi giace abbandonata tra le bare accatastate di un deposito. Una scena simbolica che racconta tutta la verità su una vicenda fatta di bugie, sprechi e propaganda» dice la consigliera.
L’accusa di spreco di denaro pubblico e di cattiva gestione non si ferma qui. Muscarà denuncia l’incoerenza dell’amministrazione nel dichiarare ignifuga l’opera, nonostante il precedente rogo, e poi scoprire che tale garanzia era infondata:
«Dopo aver annunciato che l’opera fosse stata ‘donata’, abbiamo scoperto che in realtà il Comune ha speso oltre 250.000 euro per una copia, nemmeno l’originale. Una spesa assurda che include anche un ritorno con destinazione ignota e successive proroghe, senza alcuna trasparenza. Il valore dichiarato? Un milione di euro, secondo l’amministrazione, per un’opera che fu dichiarata ignifuga, visto anche il precedente rogo – e invece nulla. Un vero ‘pezzotto’, come diciamo a Napoli».
Priorità invertite: cultura o spreco di risorse?
Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di scelte discutibili e priorità invertite. Mentre l’amministrazione investe centinaia di migliaia di euro in un’installazione temporanea, il patrimonio storico della città viene lasciato all’incuria. Muscarà evidenzia come monumenti di straordinario valore, come le sfingi di Piazza Mercato o l’obelisco di Piazza del Gesù, siano abbandonati e privi di manutenzione.
«Se i 23 mila euro della guardiania li avessimo spesi per tutelare davvero il nostro patrimonio, oggi Napoli avrebbe anche solo una ferita in meno da rimarginare. È tempo di ripensare le priorità, smetterla con le operazioni di facciata e cominciare a investire in ciò che realmente può migliorare la qualità della vita dei cittadini e valorizzare la nostra vera identità culturale» conclude Muscarà.
La necessità di una guida culturale competente
La cultura a Napoli meriterebbe una guida competente e che lavori a tempo pieno, una visione strutturata e un assessore dedicato, piuttosto che una gestione a mezzo servizio e superficiale che si traduce solo in sprechi e figuracce istituzionali. Il sindaco Manfredi, scegliendo di mantenere la delega alla cultura, si è assunto una responsabilità che, alla luce di questi eventi, sembra non essere in grado di gestire (anche a causa dei suoi molteplici impegni, sia locali che nazionali) con l’attenzione e la professionalità necessarie. Napoli e il suo straordinario patrimonio artistico meritano di meglio.