L’Italia al vertice di Parigi: truppe di pace Onu con accordo Russia-Ucraina

Giorgia Meloni all’Eliseo con i cosiddetti ‘Paesi volenterosi’

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è al lavoro in vista del vertice che si terrà domani mattina all’Eliseo, a Parigi. L’incontro, dedicato alla «pace» e alla «sicurezza» dell’Ucraina, vedrà la partecipazione dei leader dei cosiddetti ‘Paesi volenterosi’, gruppo che include oltre 30 Nazioni, dall’Europa al Commonwealth all’Asia. Meloni, coerente con la linea espressa nelle ultime settimane, dovrebbe ribadire anche a Parigi il fermo no dell’Italia all’invio di truppe europee sul suolo ucraino.

La presidente del Consiglio considera questa ipotesi non solo rischiosa, ma anche poco efficace nella risoluzione del conflitto. Una posizione chiara che il governo italiano ha già manifestato in più sedi internazionali, tra cui il Consiglio europeo di Bruxelles del 20 marzo. Tuttavia, il governo italiano non ha mai chiuso a una missione di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, ma solo dopo il raggiungimento di un accordo tra Russia e Ucraina. Questa condizione, sottolineata più volte da Meloni e dai rappresentanti dell’esecutivo, evidenzia la volontà italiana di sostenere il processo di pace senza avventurarsi in azioni unilaterali.

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Una risposta unitaria e coordinata

Oltre alla questione militare, un altro obiettivo fondamentale per la premier è mantenere saldo il fronte occidentale, evitando divisioni tra gli Stati Uniti e l’Unione europea. In un contesto geopolitico delicato, caratterizzato da tensioni e divergenze strategiche – in particolare sul tema dei dazi – Meloni continuerà a tessere il filo del dialogo tra gli alleati occidentali, ritenendo essenziale una risposta unitaria e coordinata per affrontare la crisi ucraina.

Nel frattempo, sono in corso contatti diplomatici per organizzare una missione di Meloni negli Stati Uniti per incontrare Donald Trump. «Prima o poi andrò alla Casa Bianca, non so ancora la data» aveva dichiarato la settimana scorsa la presidente del Consiglio, a margine del Consiglio Ue.

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I partiti della maggioranza

Sul fronte interno, dopo le distanze emerse nei giorni scorsi tra Forza Italia e Lega in materia di politica estera, sembra aver sortito l’effetto sperato l’invito ad abbassare i toni rivolto dalla premier agli alleati di governo.

«Salvini? Non c’è bisogno di nessun chiarimento in Cdm. Siamo tre forze politiche alleate, su alcune questioni possiamo avere posizioni diverse ma la diversità non ci impedisce di essere leali. Siamo di famiglie diverse, in Europa ma è sempre stato così», le parole del vicepremier e segretario azzurro Antonio Tajani a proposito del botta e risposta a distanza con l’omologo leghista. Le mosse di Matteo Salvini restano sotto i riflettori, ma in Fratelli d’Italia in pochi sembrano dare peso all’ipotesi di un’escalation del leader del Carroccio per far traballare il governo.

«La burrasca tra Fi e Lega? Una tempesta in un bicchiere d’acqua… C’è il congresso della Lega, è naturale, ma la compattezza della maggioranza non è in discussione. A sinistra confondono le loro speranze con la realtà. Nessuno crede a un ‘Papeete’ di Salvini contro la Meloni: solo l’opposizione ci spera», confidano all’Adnkronos autorevoli fonti di Via della Scrofa. Dopo il vertice di Parigi di domani, la premier incontrerà venerdì a Palazzo Chigi il presidente polacco Andrzej Duda. Sabato, invece, la leader di Fratelli d’Italia interverrà al congresso nazionale di Azione.

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