Rampelli: «Abbattere quanto a rischio e ricostruire altrove»
La situazione nei Campi Flegrei ancora al centro del dibattito politico e scientifico. Le recenti dichiarazioni del ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, hanno riacceso la polemica sulla gestione del rischio in un’area che ospita circa 100mila residenti e che insiste su uno dei vulcani più pericolosi al mondo. Secondo Musumeci, «in quell’area non si doveva costruire» e una programmazione urbanistica più oculata avrebbe dovuto impedire l’edificazione già nel dopoguerra. Tuttavia, ha rassicurato che attualmente non ci sono evidenze di un’imminente eruzione.
La proposta più radicale arriva dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (FdI), che ha suggerito di abbattere tutto ciò che si trova nelle aree a rischio per ricostruire in zone più sicure, magari con incentivi edilizi. Un’idea che si scontra con la posizione del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, il quale ha sottolineato che la «convivenza con il rischio» è un problema diffuso in tutta Italia, dalle zone sismiche a quelle alluvionali. Per Manfredi la soluzione non sta nello sgombero, bensì nella messa in sicurezza degli edifici e in piani di emergenza efficaci.
Evacuate 388 persone
Nel frattempo, la Protezione civile della Regione Campania ha allestito una tendostruttura in via Terracina, nei pressi dell’ospedale San Paolo, come area di accoglienza per eventuali sfollati. La struttura, di 180 metri quadrati, potrà ospitare fino a 50 persone ed è dotata di sistemi di riscaldamento e un punto di prima accoglienza sanitaria. A oggi, 163 nuclei familiari sono già stati evacuati per un totale di 388 persone, a seguito delle ordinanze dei sindaci dei comuni flegrei.
Un altro aspetto fondamentale è la preparazione della popolazione, e in particolare delle nuove generazioni. Per questo motivo, la Protezione civile regionale ha iniziato la distribuzione di kit didattici nelle scuole primarie della zona rossa. I volumi «Io Non Rischio Scuola – Speciale Campania» e «Noi e i Vulcani» sono stati consegnati alle classi quarte e quinte per sensibilizzare i più piccoli sui fenomeni del bradisismo e del rischio vulcanico, attraverso giochi e laboratori.
La gestione del rischio nei Campi Flegrei resta una sfida complessa, che richiede un equilibrio tra necessità urbanistiche, sicurezza della popolazione e tutela del territorio. Se da un lato il Governo rivendica un’azione strutturata con uno stanziamento di 52 milioni di euro per la gestione dell’emergenza, dall’altro i cittadini lamentano incertezze e scarsa partecipazione ai processi decisionali. Il dibattito è aperto: demolire e ricostruire altrove o convivere con il rischio, puntando su sicurezza e prevenzione? Una questione che non riguarda solo i Campi Flegrei, ma l’intero Paese, chiamato a fare i conti con le fragilità del proprio territorio.