Il presidente della federazione: «Il food esposto per 400 milioni»
«La Campania, prima regione del Sud per vendite all’estero secondo i dati Sace, risulta particolarmente esposta ai dazi americani, considerata l’importanza del mercato Usa per le sue aziende: negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno assorbito circa il 10-12% dell’export regionale. Il comparto agroalimentare campano – dai pomodori pelati al vino, dalla pasta ai liquori – è quello che più teme la guerra commerciale. Gli Stati Uniti rappresentano, infatti, uno sbocco fondamentale per queste specialità locali, come le conserve di pomodoro, pasta, olio d’oliva e formaggi Dop».
A dirlo è Antonio Visconti, presidente dell’Asi di Salerno e numero uno di Ficei, la Federazione italiana consorzi enti industrializzazione.
«In caso di nuovi balzelli del 25%, un nostro studio ha stimato, per le imprese campane del food, un calo di almeno un quinto delle vendite Oltreoceano. Produttori di pasta e conserve – fiore all’occhiello campano – rischiano in particolare contrazioni nell’ordine del 20-30% sulle esportazioni verso gli Usa, complice lo spostamento dei consumatori americani verso alternative più economiche o domestiche: il che significa una contrazione tra i 300 e i 400 milioni di euro di fatturato e un possibile rischio di riduzione dell’occupazione tra i 7mila e gli 8mila posti di lavoro in meno».