Galleria Principe di Napoli: un «non luogo» dove sfumano le favole di Manfredi

Tra clochard, tossici e rifiuti la riqualificazione resta un sogno

I lavori di riqualificazione e rigenerazione della storica Galleria Principe di Napoli, annunciati un anno fa in pompa magna da Gaetano Manfredi e Luca Trapanese, hanno dato il via a una dicotomia che si consuma sotto gli occhi dei turisti davanti al Museo Archeologgico. La promessa dell’amministrazione, risalente al 24 febbraio dello scorso anno, era quella di avviare i lavori e rigenerare l’area, frequentata troppo spesso da clochard, in un permanente stato di degrado urbano. A un anno da quell’annuncio, l’area della galleria si suddivide in due realtà contraddistinte e distanti, che spesso nemmeno si toccano.

Il degrado nonostante le promesse

La sera non esistono luci che mostrino quello che accade sui marciapiedi, al di fuori di quelle interne alla galleria. La strada buia nasconde un via vai di clochard, extracomunitari e persone poco lucide che trafficano come zombie e periodicamente si immobilizzano, probabilmente perché sotto effetti di sostanze stupefacenti. La riunione tra clochard, nascosti sotto i loro piumoni, continua. Il forte odore di urina ed escrementi è insostenibile sul marciapiede della galleria. Non mancano cumuli di spazzatura e discussioni tra senza tetto. Qualcuno si improvvisa parcheggiatore in cambio di pochi spiccioli da racimolare per acquistare una dose.

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Tutto si consuma di fronte a uno dei musei più importanti di Napoli, ma non in tutta l’area. Solo in metà del marciapiede, quella non transennata, dove non sono presenti i pannelli che delimitano l’area sottoposta a interventi di ristrutturazione.

Dalle stalle alle stelle

Dal luogo in cui cominciano transenne e pannelli, fino alla porta d’ingresso della galleria, è un accrescere di lusso e luci. Una volta a settimana, all’interno della galleria, in uno dei locali più lussuosi del centro storico, forse del capoluogo partenopeo, si riunisce la Napoli bene.

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Ha aperto pochi anni fa con l’obiettivo di rigenerare l’area e consentirne l’accesso anche a coloro che il centro storico spesso non lo frequentano, che sia per pregiudizi o per diverse abitudini. In parte ci è riuscito. A pochi passi dalla manifestazione del degrado cittadino, il locale ospita riunioni di associazioni importanti e cittadini incravattati e pronti a spendere cifre mediamente alte per godersi una serata in un luogo in cui il lusso non viene mai meno.

Il fallimento dell’azione amministrativa

Le domande che restano in merito alla percezione di questo posto da cui emerge una particolare realtà, restano tante. Cosa ne pensano i turisti che inevitabilmente transitano in quell’area anche di sera, inconsapevoli del bello che ci sia all’interno di quel locale nascosto in galleria? La rigenerazione urbana di cui parlava un anno fa l’amministrazione, per quale motivo non si è completata? L’illuminazione potrebbe cambiare la percezione di quell’area e consentire una riduzione di presenze di clochard e tossicodipendenti?

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