Papa Francesco convocherà il Concistoro: Bartolo Longo presto santo

Il beato fondò il santuario di Pompei

Il Papa ha oggi annunciato che convocherà il Concistoro per decidere la data su due canonizzazioni. Tra queste quella di Bartolo Longo che fondò il santuario di Pompei, uno dei più frequentati non solo dai pellegrini italiani ma anche da tutto il mondo. Nacque il 10 febbraio 1841 a Latiano, un piccolo centro della Puglia e la sua famiglia, che godeva di un certo benessere, gli diede una buona educazione culturale e religiosa, permettendogli di studiare fino al raggiungimento della laurea in giurisprudenza, conseguita presso l’Università di Napoli nel 1864.

Negli anni successivi visse una fase di forte turbamento interiore – come scrive il Dicastero per le Cause dei santi -, che gli provocò una profonda crisi, ma tornò alla fede grazie alla guida spirituale di alcuni sacerdoti, tra i quali il domenicano padre Alberto Radente. Dopo la conversione si impegnò nel promuovere opere di carità e si dedicò alla preghiera.

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L’arrivo a Pompei

Frequentando il cenacolo di spiritualità animato a Napoli dalla nobildonna Caterina Volpicelli, conobbe la contessa Marianna Farnararo, vedova De Fusco, proprietaria di diversi terreni presso la Valle di Pompei. In quanto amministratore dei beni della contessa s’impegnò perché la gente del luogo, che viveva in situazione di grande povertà economica, culturale e religiosa, avesse una formazione religiosa e con l’aiuto di alcuni sacerdoti fondò una Confraternita del Rosario, come strumento d’aggregazione alla quale seguirono diverse iniziative legate alla recita del Rosario. Nel 1875 portò a Pompei una immagine della Madonna e nel 1876 avviò la costruzione di un santuario che il 7 maggio 1891 fu consacrato alla Madonna del Rosario.

Nel corso degli anni la notorietà del Santuario si accrebbe, attirando molti pellegrini, mentre egli si adoperò per offrire assistenza agli orfani e ai figli dei carcerati. Insieme alla contessa De Fusco, divenuta sua moglie, nel 1893 donò la proprietà del santuario a Papa Leone XIII che lo trasferì sotto il governo della Santa Sede, lasciandone ai coniugi l’amministrazione.

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«Attraverso la scrittura e la diffusione di libri, opuscoli e riviste, Bartolo Longo – riferisce ancora il Dicastero dei santi – divulgò la devozione alla Madonna del Rosario di Pompei». Il Papa Pio XI gli conferì la Gran Croce dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Morì il 5 ottobre 1926 e i suoi funerali videro una grande partecipazione di popolo. Fu beatificato da San Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980.

Il vescovo Caputo: «Commozione e gratitudine»

«Ogni parola sembra incapace di spiegare tutta la nostra commozione e la gratitudine per il Papa che, pur in un momento di sofferenza e dalla ‘cattedra’ speciale dell’Ospedale Gemelli, ha voluto concedere a tutti i devoti della Madonna di Pompei, ovunque nel mondo, questa grande gioia. A Pompei amiamo il Papa in modo speciale e profondo e preghiamo per lui, certi che la Madonna del Rosario e Bartolo Longo, dal Cielo, ascoltino la nostra invocazione e il Santo Padre torni alla quotidianità del ministero petrino». Lo sottolinea l’arcivescovo di Pompei, Monsignor, Tommaso Caputo, in merito alla canonizzazione del beato Bartolo Longo.

«Bartolo Longo – ricorda – fu beatificato il 26 ottobre 1980 e, già negli anni successivi, una moltitudine di persone ha espresso un’esigenza del cuore: vedere il Fondatore canonizzato. In tanti hanno pregato intensamente secondo questa intenzione, in tanti si sono rivolti al Beato chiedendo la sua intercessione nei frangenti più difficili della loro vita. Il Santo Padre ha dato ascolto al popolo di Dio, che oggi fa festa. La gioia è per noi che abbiamo un nuovo Santo, una figura alla quale guardare e da imitare per raggiungere, un giorno, anche noi, il Paradiso. In ogni canonizzazione infatti si può distinguere il disegno di Dio».

«Quanti sono i santi nascosti, quelli della porta accanto. Non arriveranno all’onore degli altari, ma sono santi agli occhi del Padre. La canonizzazione, il riconoscimento pubblico della santità di un uomo o di una donna, è invece strumentale alla volontà di Dio che, attraverso quei testimoni, ci dona un aiuto per darci la salvezza e la vita in pienezza, una gioia che niente e nessuno potrà più toglierci. Facciamo festa perché anche la canonizzazione del Beato Bartolo Longo è, ancora una volta, una dichiarazione d’amore che Dio fa all’umanità»

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