Italia del Meridione: un partito politico post ideologico al servizio del Sud

Un progetto che si nutre di militanza, competenza e radicamento

Il mio essere da anni sindaco di una ridente e libera cittadina mi ha portato a credere profondamente nella forza dei territori e nella loro capacità di essere protagonisti di un cambiamento reale, duraturo e giusto. Una nuova e più efficace classe politica che aspiri a superare i limiti evidenziati dal fallimento dei partiti ideologici, dovrà necessariamente ripartire dall’ascolto dei cittadini, dalle vocazioni dei territori e dalle necessità delle comunità.

Da qui l’esigenza di un partito post ideologico, non leaderista, costituzionale, Autonomista e ideale. Questo è Italia del Meridione e non Meridione d’Italia: un partito politico espressione della più autentica filosofia degasperiana e non un luogo geografico, ma una visione, un progetto che si nutre di militanza, competenza e radicamento. La nostra missione è chiara: dare voce ai territori, intesi non come spazi geografici, ma come nuovi soggetti sociali, ricchi di potenzialità e risorse troppo spesso ignorate.

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Gli schemi ideologici

Viviamo in un’epoca in cui gli schemi ideologici della destra e della sinistra si sono trasformati in freni allo sviluppo, anziché in strumenti di progresso. Italia del Meridione, partito autenticamente italiano, a vocazione Meridionalista, è stato ed è l’unica prospettiva politica che guarda al futuro con l’obiettivo di abbattere i divari, non di amplificarli. La giustizia sociale è il nostro orizzonte, e per raggiungerlo è necessario superare le divisioni cinicamente costruite tra nord e sud, per restituire dignità e valore alle diverse vocazioni territoriali.

«La nostra Italia sarà ciò che il Sud sarà», diceva Salvemini. E mai come oggi quelle parole risuonano attuali. Se vogliamo un’Italia forte, unita, capace di affrontare le sfide globali, dobbiamo partire proprio dal Meridione, dalle sue energie, dalle sue eccellenze. Ma per farlo serve una politica diversa: non quella che si chiude nei comitati elettorali centralisti, ma una politica che si apre, che ascolta, che si radica.

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Questo è il tempo della militanza, dell’impegno quotidiano e concreto. Serve competenza, non tecnicismo.

Serve formazione, non improvvisazione

Le istituzioni sono sacre, e la loro guida richiede preparazione, dedizione e rispetto. Il problema principale del Paese è la selezione della classe dirigente che non si forma più nelle segreterie dei partiti né nelle palestre dei Consigli comunali. Abbiamo la necessità di formare una struttura competente, coraggiosa e libera, che sia all’altezza delle sfide del nostro tempo e capace di restituire al Sud il ruolo che merita: non più fanalino di coda, ma motore di sviluppo.

La nostra missione è costruire un’Italia migliore attraverso il contributo di tutti, con una democrazia partecipata, con un progetto condiviso e con la consapevolezza che ogni passo fatto insieme è un passo verso un’Italia più giusta, più forte, più unita.

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