Rincari fino a 500 euro per le famiglie, 2,6 miliardi per le pmi
L’industria è in crisi. I servizi trainano poco ed il Pil, fermo per tutto il secondo semestre del 2024, è stimato in «lieve crescita». Il taglio dei tassi dà sostegno all’economia, ma l’inflazione ha rialzato la testa, spinta dal caro-energia. È la «ripartenza stentata» con cui il Paese ha iniziato questo 2025.
A tratteggiarla è Confindustria, che avverte anche su quello che ci aspetta: sulle prospettive pesa infatti «l’incertezza sui possibili dazi Usa, che rischia di frenare scambi e investimenti». Il governo intanto accelera sul decreto bollette annunciato la scorsa settimana dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: il Mef è al lavoro per portare il provvedimento, presentato insieme al Mase, già al prossimo cdm.
La congiuntura flash di febbraio del Centro studi di viale dell’Astronomia traccia un avvio d’anno in salita. L’industria è in affanno, con la produzione in continuo calo e l’automotive in caduta libera. Gli investimenti faticano a ripartire e nel complesso quelli delle imprese non sembrano ancora beneficiare della politica monetaria meno restrittiva. I servizi segnano una crescita modesta.
Per i consumi prevale l’incertezza. Prosegue inoltre senza sosta l’aumento del prezzo del gas in Europa. E aumenta l’inflazione sia nell’Eurozona sia in Italia. Potrebbe essere un «indicatore positivo» la corsa dei prezzi di Borsa del 2024 e di inizio 2025, ma c’è «alta incertezza», si legge nel focus del Csc: «la volatilità dei mercati si associa spesso ad alta incertezza, come di recente è avvenuto sulla scia degli annunci di dazi Usa», e «un trend di Borsa positivo ma volatile non sempre si traduce in contemporanea accelerazione del Pil».
Il trend dei prezzi
Il trend dei prezzi è confermato dai dati dell’Istat: a gennaio l’inflazione è confermata in accelerazione all’1,5%, dall’1,3% di dicembre. A spingere è soprattutto l’aumento dei prezzi dei beni energetici regolamentati, che includono le bollette (da +12,7% a +27,5%). Il ‘carrello della spesa’ resta stabile al +1,7%. A livello geografico al top si classificano Bolzano e a Rimini, con un’inflazione al 2,5%, mentre i tassi più contenute sono a Livorno, Brescia, Aosta (a +0,9%) e a Firenze (+0,6%). Numeri che alimentano la preoccupazione dei consumatori, con le associazioni che calcolano una stangata in arrivo intorno ai 500 euro annui per le famiglie. Per le pmi invece, avverte Confesercenti, il rischio è di un aggravio complessivo sulle bollette di 2,6 miliardi.
Decreto bollette: le misure allo studio per imprese e famiglie
Un timore con il quale aumenta da più parti il pressing sul governo perché vari al più presto l’atteso decreto sulle bollette. Un lavoro che, dopo il vertice di martedì con la premier Giorgia Meloni servito a mettere sul tavolo le misure da inserire, dovrebbe essere a buon punto. Allo studio ci sarebbero misure in base alle fasce di reddito (a partire dal potenziamento del bonus sociale) e misure per le aziende. Oltre ad un intervento per ridurre il divario tra il costo del gas sul mercato di riferimento europeo e quello italiano.
Nell’attesa di questa boccata d’ossigeno, le famiglie risultano i «principali beneficiari netti» della manovra: lo evidenzia un’analisi dell’Ufficio parlamentare di bilancio, secondo la quale alle famiglie vanno 53 miliardi nel 2025-27, soprattutto per gli interventi a favore dei lavoratori dipendenti. Restrittivo invece l’impatto per imprese e autonomi.
Le maggiori uscite riguardano difesa, sanità e protezione sociale a fronte di risparmi concentrati nelle funzioni affari economici. Sul fronte delle entrate la legge di bilancio riduce le imposte sul lavoro mentre aumenta temporaneamente quelle sul capitale. Nota dolente per i conti pubblici: la manovra – rileva l’Upb – aumenta il disavanzo nel 2025-27 in «maniera crescente» e posticipa di un anno, al 2026, il rientro del deficit sotto il 3% del Pil.