Il Senato salva Nov e Comune, esplode la polemica sulla riscossione
Un clamoroso buco finanziario per il Comune di Napoli è stato scongiurato grazie a un intervento del Senato, votato all’unanimità da maggioranza e opposizione. L’amministrazione guidata dal sindaco di centrosinistra Gaetano Manfredi si è trovata sull’orlo di una pesante débâcle a causa della mancata iscrizione della società Napoli Obiettivo Valore all’Albo dei soggetti autorizzati alla riscossione dei tributi. Un’irregolarità che avrebbe potuto tradursi in un ammanco di circa 116 milioni di euro per le casse municipali. Il problema è stato risolto con un emendamento al Milleproroghe, proposto dai senatori di centrosinistra Valente e De Cristoforo, ma la vicenda ha scatenato un’ondata di polemiche contro la gestione dell’ente locale.
A essere beffati, tuttavia, sono stati i cittadini che avevano ricevuto cartelle, ritenute illegittime, e speravano nella pronuncia della Cassazione per vedersele annullare. L’intervento del Senato ha infatti di fatto legittimato la società di riscossione, nonostante le contestazioni giuridiche in atto. Questo ha scatenato la rabbia di politici, avvocati e consumatori.
FdI: «Mancanza di programmazione e di gestione efficace delle risorse pubbliche»
Il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia ha puntato il dito contro Palazzo San Giacomo: «Il comportamento del Comune di Napoli in merito alla gestione della riscossione tributi, uno dei punti più critici sottolineato più volte anche dal Collegio dei revisori, desta ancora una volta profonda preoccupazione e sconcerto. L’amministrazione comunale, invece di affrontare con trasparenza e autonomia la legittimazione della società di riscossione Obiettivo Valore, ha dovuto fare affidamento su un intervento del Senato per sanarne la posizione. Questa vicenda rappresenta un segnale allarmante della mancanza di programmazione e di gestione efficace delle risorse pubbliche da parte dell’ente locale».
Nappi: «Gestione indegna»
Sulla stessa linea il consigliere regionale della Lega, Severino Nappi, che ha parlato senza mezzi termini: «Con grande senso di responsabilità il Governo nazionale è intervenuto per salvare il Comune di Napoli da un vero e proprio tracollo finanziario, innescato da una gestione indegna sul versante della riscossione di multe e tributi da parte di Palazzo San Giacomo che ha permesso alla società ‘Napoli obiettivo valore’ di operare nonostante la mancata iscrizione all’Albo dei fornitori. Adesso ci aspettiamo che emergano tutte le responsabilità rispetto a un caso di chiara inefficienza amministrativa e di totale mancanza di controlli, e che, soprattutto, invece di sommergere i napoletani con nuove cartelle esattoriali e avvisi ‘minatori’ vari, il Comune effettui una preventiva ricognizione dei crediti effettivamente dovuti, così da evitare ai cittadini l’ennesimo ingiustificato salasso».
De Magistris: «Un salva-Manfredi contro i napoletani»
Ancora più duro il commento dell’ex sindaco Luigi de Magistris, che ha definito l’emendamento un vero e proprio «Salva-Manfredi contro i napoletani», parlando di un «ennesimo ignobile abuso dei poteri forti e dei partiti contro il popolo».
Secondo de Magistris, «il Parlamento» con un accordo tra tutti i partiti «sana gravi illegittimità del comune di Napoli e con una legge blocca la magistratura. Il Comune di Napoli, difatti, con una procedura illegittima, come evidenziato dalla magistratura tributaria e tanto da richiedere una legge per evitare la soccombenza anche in Cassazione, ha chiesto tasse, imposte e gabelle ai napoletani senza averne titolo. Ed ora per evitare la restituzione con tanto di interessi e scuse si sono fatti fare la legge per sanare l’abuso. Una città governata da incompetenti che hanno il solo obiettivo di raggiungere i loro scopi che sono contro gli interessi del popolo napoletano».
Manfredi e lo scarica barile
Di fronte alla pioggia di critiche, il sindaco Manfredi ha provato a difendere l’operato della sua amministrazione, ridimensionando la gravità della questione: «Con l’approvazione dell’emendamento al Milleproroghe relativo alla riscossione dei tributi a Napoli, è stata sanata un’incongruenza presente nella norma vigente che determinava contenziosi giudiziari. Ringrazio quindi le forze parlamentari di maggioranza e opposizione per aver dato il via libera: l’Amministrazione – tramite Napoli Obiettivo Valore – potrà continuare le attività di riscossione in atto virtuosamente consentendoci di proseguire lungo il percorso di risanamento delle casse comunali avviato due anni fa con il Patto per Napoli».
Insorgono le associazioni dei consumatori
Ma le rassicurazioni del primo cittadino non hanno placato gli attacchi. Per i detrattori, questa vicenda è solo l’ennesima dimostrazione di una gestione superficiale e caotica delle risorse pubbliche. L’avvocato Angelo Pisani, presidente di Noiconsumatori, ha denunciato che «non sono leggi, ma pezze di tanti colori e partiti per salvare società di riscossione illegittime».
Pisani ha rincarato la dose, denunciando l’ingiustizia di una norma che protegge una società privata a scapito dei cittadini: «Chi deve pagare le tasse le deve pagare, ma in modo trasparente, corretto e umano. Qui invece siamo di fronte a una norma che calpesta i diritti dei contribuenti per favorire soggetti che non rispettano neanche le regole del mercato». L’avvocato ha poi lanciato un monito: «Questa non è una legge, ma un rattoppo politico per salvare interessi di altro genere. Non ci fermeremo: porteremo questa battaglia fino alla Corte Costituzionale e, se necessario, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per difendere la giustizia e la legalità».
Il tempestivo intervento del Senato ha evitato il disastro per le casse comunali, ma ha anche certificato le debolezze di un’amministrazione che, ancora una volta, si è trovata costretta a ricorrere all’aiuto del Governo per tamponare le proprie inefficienze. Intanto, per i cittadini che avevano sperato in un ribaltamento della loro posizione in Cassazione, la vicenda si è trasformata in una cocente delusione.