Terra dei fuochi, Pichetto Fratin: «Chiudere perimetrazione Sin di Giugliano»

Il ministro: «Valutiamo ricorso su sentenza Cedu»

L’impegno del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica «è quello di addivenire rapidamente ad una positiva conclusione della perimetrazione del Sin dell’area vasta di Giugliano, al fine di dare un segnale immediato al territorio e anche alle richieste della stessa Corte europea». Così il titolare del dicastero Gilberto Pichetto Fratin in audizione alla commissione Ecomafie nell’ambito del filone d’inchiesta riguardante il sistema di smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania, con particolare riguardo alla cosiddetta Terra dei fuochi.

In relazione alle operazioni di bonifica, Pichetto ha ricordato che «l’area della Terra dei Fuochi non è identificata quale Sito di Interesse Nazionale (Sin) e che, pertanto, la competenza per la procedura di bonifica non è attribuita al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ma alla Regione Campania».

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A normativa vigente, ha detto Pichetto, «solo l’art.53 del decreto-legge n.76 del 2020, n.76 ha individuato ‘quale sito di interesse nazionale l’area interessata dalla presenza di discariche ed impianti di trattamento dei rifiuti, compresa nel sito dell’Area vasta di Giugliano (Napoli)’ precisando che ‘con successivo decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare debba provvedersi alla perimetrazione della predetta area’. Si precisa che, ad oggi, il procedimento di perimetrazione del Sin, come disciplinato dal Testo Unico Ambientale, è ancora in corso».

In merito ai finanziamenti relativi alle attività di bonifica, ha proseguito Pichetto «le strutture competenti del Ministero hanno gestito le procedure di trasferimento alla Regione Campania delle risorse residue presenti nella contabilità speciale del commissario delegato, dott. De Biase, incaricato nel 2010 di provvedere alla realizzazione degli interventi urgenti di messa in sicurezza e bonifica delle aree di Giugliano e dei Laghetti di Castelvolturno, dopo l’approvazione di uno specifico piano di interventi proposto dalla stessa regione avvenuta nel 2021».

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La sentenza Cedu

Il quadro delle attività compiute e le altre poste in essere «dalle autorità locali e nazionali» nella Terra dei Fuochi «non hanno evitato un giudizio negativo arrivato con la Sentenza Cedu dello scorso 30 gennaio» rispetto alla quale «è comunque in corso una valutazione con l’Avvocatura dello Stato circa la proponibilità di un ricorso alla Grande Camera» ha detto il ministro aggiungendo che anche per «la tempistica prospettata» si impone «un’azione immediata da parte di tutte le istituzioni coinvolte».

Secondo la Corte europea, ha ricordato, «la mancanza di organicità nell’azione delle autorità preposte, la lentezza e la parzialità di alcuni interventi sono elementi che lasciano supporre che le autorità italiane non abbiano agito con la diligenza richiesta dalla gravità della situazione e non abbiano dimostrato di aver fatto tutto ciò che poteva essere richiesto per proteggere le vite dei ricorrenti».

«Le azioni che il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica porrà nei prossimi mesi – ha assicurato – saranno improntate ad uno spiccato spirito di collaborazione istituzionale, fermo restando le specifiche competenze di ciascun attore istituzionale». Inoltre il Mase intensificherà il «coordinamento e monitoraggio degli interventi di emergenza ambientale anche al fine di individuare ulteriori azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale e dell’illecito ambientale nei terreni, nelle acque di falda e nei pozzi della regione Campania».

L’Italia, ha sottolineato, «è stata condannata ad adottare, senza indugio e comunque entro due anni dalla data in cui la sentenza diventerà definitiva,misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento in questione, in linea con le raccomandazioni delineate dalla stessa sentenza, ossia: a) l’adozione di una strategia globale che unisca le misure esistenti e quelle prospettate; b) l’adozione di un meccanismo di monitoraggio indipendente; c) la creazione di una Piattaforma di informazione pubblica»

 

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