Per il Movimento la normativa scarica il peso delle inefficienze sui medici
«Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio: anche qualora i sei decreti attuativi per lo snellimento delle liste di attesa fossero stati approvati, la legge 107/2024 – che istituisce la piattaforma nazionale delle liste di attesa – resterebbe una misura inutile e ingiusta. Questa normativa, infatti, scarica il peso delle inefficienze sui medici, senza riorganizzare in modo strutturale la presa in carico dei pazienti, che rappresenta l’unica strada per garantire un servizio sanitario serio e sostenibile».
È questa la posizione dei dirigenti del Movimento Equità Territoriale che hanno proseguito:
«È emblematico il caso sollevato dalla Fondazione Gimbe, che ha evidenziato come solo uno dei sei decreti attuativi necessari sia stato approvato: un vero e proprio flop. Eppure, a conferma della veridicità delle parole di Nino Cartabellotta, è uno stesso comunicato del Governo ad ammettere che i decreti attuativi approvati sono 1 su 6».
«I fatti sono incontrovertibili e lasciano emergere una verità ancora più profonda: la legge 107/2024, oltre a essere dannosa per gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale, non è entrata in vigore per l’inerzia del Governo e difficilmente verrà mai attuata».
«Le ragioni sono due: la prima è che mancano le risorse umane e la copertura finanziaria necessarie per renderla operativa, la seconda è che il Governo non ha alcun interesse a contrastare l’emigrazione sanitaria che costringe i cittadini del Sud a curarsi al Nord, alimentando un indotto economico che da anni sposta denaro pubblico e privato dal Mezzogiorno verso le regioni settentrionali».
«Il Movimento Equità Territoriale continuerà avere tra le sue priorità la lotta all’emigrazione sanitaria. I cittadini del Mezzogiorno hanno il diritto di curarsi nella propria terra, e il Governo ha il dovere di garantire loro questa possibilità»