Tra residenti, giovani e locali è ormai tutti contro tutti
Multe salate e controlli a tappeto per gli esercenti di piazza Bellini dopo la sentenza del Tribunale, redatta dal giudice Anna Maria Pezzullo, che condanna il Comune di Napoli, per disturbo alla quiete pubblica, a un risarcimento di 230mila euro complessivi a favore di 7 residenti seguiti dall’avvocato, Consigliere Comunale e presidente del Comitato Vivibilità Cittadina Gennaro Esposito.
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La notizia è stata diffusa su tutte le prime pagine dei giornali martedì, con immediata replica da palazzo San Giacomo che avvertiva gli addetti all’informazione che ci sarà un ricorso in appello. La sentenza, nello specifico, fa riferimento alle immissioni dì rumore oltre i limiti registrate in strada di giorno, ma ancor di più di notte.
Rumore generato principalmente dal passaggio, dal flusso di persone che abitano e vivono quotidianamente la piazza. La diffusione della notizia della sentenza redatta da Pezzullo, ha cominciato a far muovere i residenti di altre zone, i quali hanno manifestato l’intento di voler agire, allo stesso modo, contro il Comune, lamentando disturbo alla quiete pubblica e rumori oltre il limite consentito. Oltre ai residenti di piazza Bellini e di piazza San Domenico Maggiore, anche i residenti di vico Quercia hanno denunciato fastidi, principalmente contro i locali della zona.
«Il livello di inquinamento sonoro – spiega a Repubblica uno dei legali dei firmatari della denuncia – è già stato riscontrato dai rilievi di un consulente tecnico che hanno dimostrato che di notte, anche all’interno delle abitazioni e con gli infissi chiusi, i decibel superano ampiamente le soglie di guardia ma ora il Comune anziché prodigarsi per risolvere il problema ha chiesto di rifare i rilievi».
La difesa dei locali
Roberta Valmassoni, l’avvocato che difende i locali coinvolti nella causa civile smentisce l’articolo di Repubblica che menziona un possibile risarcimento per i residenti. Valmassoni sostiene che «trattandosi di ricorso ex art. 700 Cpc non è possibile ottenere alcun risarcimento, ma unicamente un provvedimento inibitorio». Inoltre, l’avvocato Valmassoni specifica che «il Ctu della causa, ing. Limone, non ha mai parlato di ‘livelli di rumore terrificanti’». Infine, sostiene che le misurazioni siano state fatte sia a finestre aperte che chiuse. In quest’ultimo caso, nonostante si superi la tollerabilità, i valori risultano sempre sotto il livello assoluto di zona.
La mediazione di Manfredi e il prefetto Di Bari
Il sindaco Gaetano Manfredi prova a mediare, dichiara che non è pensabile in un Paese democratico di militarizzare una piazza. «A tutti piace scendere in strada, – afferma Manfredi – anche ai residenti. Dobbiamo contemperare», cercare di assecondare le esigenze di tutti, non dimenticando che non si può vietare ai cittadini di essere liberi di uscire e fare aggregazione.
Secondo il prefetto di Napoli Michele Di Bari, nonostante i gravi fatti di cronaca registrati negli ultimi mesi: scippi, rapine, accoltellamenti e varie, non esiste un problema di sicurezza a piazza Bellini. Anzi, il prefetto sostiene siano già in campo iniziative per garantire sicurezza e combattere la violenza che sta degenerando tra i giovani in città.
«La prova – afferma Di Bari – viene dal fatto che anche negli istituti scolastici da tempo noi abbiamo adottato un dispositivo abbastanza incisivo e che riguarda da una parte la prevenzione delle sostanze superfacenti da parte dei giovani e giovanissimi e dall’altra parte quella di frenare il fenomeno delle cosiddette armi illegali, addirittura con il metal detector. Questo significa che c’è un dispositivo abbastanza forte, però non bisogna mai allentare la presa su queste tematiche». Non bisogna perché la vita diurna e scolastica dei ragazzi è diversa, spesso, da quella notturna.
Lo strano caso
Talvolta, in base alle dichiarazioni dei componenti dell’amministrazione e degli addetti ai lavori pare che non ci sia la minima percezione del tessuto sociale della città, della realtà del territorio. Tanto che dinamiche di ordinaria amministrazione, come tempo libero e movida, sotto la guida di Manfredi sono diventate un caso. Un caso in cui un consigliere comunale di maggioranza, Gennaro Esposito, «lotta» contro il Comune di Napoli, chiedendo un risarcimento danni per i residenti. Non riuscendo, in alcun modo a far convergere le esigenze di chi vuole riposare e degli anziani, con quelle dei giovani che necessitano di fare aggregazione e vivere un tempo libero sano.
Con la chiusura dei locali che promuovevano musica, il centro storico oggi prevede un divertimento che include esclusivamente la somministrazione di alcolici. Poche idee, poche iniziative. Manfredi sostiene sia necessario l’intervento del Governo, con una normativa nazionale finalizzata alla gestione della vita notturna in tutte le città. Non considerando che le dinamiche sociali e strutturali delle città siano inevitabilmente completamente diverse e influenzate da fattori sociali, climatici e culturali.
La consulta della notte
Manfredi ha anche annunciato la costituzione, nelle prossime settimane, di una consulta della notte. Il Forum dei Giovani di Napoli lamenta di non essere stato coinvolto, nonostante sia stata istituita nel Forum una commissione competente: «Tempo Libero e Movida». In tutto questo caos, i residenti e gli anziani fanno la guerra ai giovani, gli artisti di strada hanno riposto gli strumenti nei cassetti dopo aver ricevuto aggressioni e sprezzamenti da parte dei residenti e il risultato di una politica, di fatto, inconcludente è una «guerriglia» urbana in cui è impossibile individuare anche solo una categoria di persone soddisfatte.
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