I clan si finanziano anche con i piccoli colpi ai danni dei visitatori
Napoli scoppia di turismo. I visitatori del capoluogo campano, alla fine dell’anno appena trascorso, si sono contati in milioni. Qualcuno, soprattutto i residenti, parlano di overtourism, di troppi visitatori. Di certo non chi nell’indotto turistico lavora. Ma anche di chi dell’affluenza approfitta. Parliamo di scippatori, rapinatori e truffatori. Ma parliamo anche di camorra che, dietro queste figure che potremmo definire microcriminali, si staglia come un grande burattinaio.
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I clan hanno cambiato faccia rispetto a vent’anni fa e il diktat economico, anche per quanto riguarda l’economia nera, è diversificare. Alcuni gruppi criminali, in particolare nell’area nord, stanno attraversando momenti difficili a causa delle ripetute operazioni dell’Antimafia. I proventi della droga, in particolare, non bastano per tutti. L’importante è razziare, è dar la caccia ai turisti. Poco importa se l’obiettivo è misero. Poco importa se per ottenerlo si rischia di ferire il malcapitato visitatore di turno.
Era circa l’una quando le forze dell’ordine sono intervenute in via Partenope. Lì, un turista inglese di 48 anni ha riferito di essere stato aggredito da alcuni giovani a bordo di scooter che gli hanno strappato dal polso un orologio Seiko di modestissimo valore. Il malcapitato non è rimasto ferito e il danno economico è stato contenuto. Ma si tratta di un caso, di un esempio emblematico di vulnerabilità.
Una criminalità dilagante
Fino a qualche tempo fa l’emergenza a Napoli si chiamava ‘faida’. Adesso al primo posto c’è la violenza di una criminalità dilagante tra i più giovani, che espone al rischio il cittadino comune, il passante, il commerciante. È la microcriminalità, quella delinquenza che non ha regole, non ha codici, spesso non ha capi. Ma un’organizzazione sì.
E così si ruba per ricettare, e per rubare si arriva persino ad uccidere. Batterie di scippatori se ne vanno in giro per la città, ladri d’auto si associano con i ricettatori e riescono a creare enormi giri d’affari, che quasi non hanno nulla da indiziare a quelli della camorra. A volte non serve nemmeno che la vittima opponga una strenua resistenza, basta poco per armare una mano. Basta portare al polso un orologio o gestire un’attività commerciale. Non esiste una strategia, non c’è un disegno: nel mirino c’è un’intera città.
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