Il ruolo di Moraca: da organizzatore delle estorsioni a referente
Ci sono clan capaci di rigenerarsi, di cambiare pelle e di promuovere gli affiliati “meritevoli” al rango di capi o di reggenti, per far sì di non trovarsi mai spiazzati; perché gli affari devono andare avanti, malgrado la scure dell’Antimafia.
L’ultimo colpo al clan Mallardo, una delle tre teste dell’idra della cosiddetta Alleanza di Secondigliano, è stato inferto dai carabinieri della compagnia di Giugliano che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti alcune persone accusate di camorra. Tra i destinatari dell’ordinanza anche Biagio Micillo, 68 anni, già detenuto, che secondo la ricostruzione della Dda avrebbe avuto il ruolo di referente del clan con poteri direttivi e decisionali circa le strategie da adottare. Arrestato anche Domenico Chiariello, noto come Mimmuccio, 41 anni, nipote di Micillo.
Nelle carte dell’ordinanza emerge la figura di Mauro Moraca, ritenuto il reggente di una parte dell’organizzazione criminale, in considerazione dello stato di detenzione dei vertici dell’organizzazione, con poteri direttivi e decisionali circa le strategie del clan, la gestione della cassa e degli stipendi da consegnare agli affiliati.
Mauro Moraca, subito dopo la sua scarcerazione che risale 2019, ha preso l’eredità del defunto Feliciano Mallardo, estromettendo per un certo periodo Francesco Mallardo noto come ’O marmular. Moraca ha iniziato la raccolta dei proventi illeciti che servivano ad alimentare la cassa, incarico che ‘O marmular aveva svolto fino a quel momento divenendo un punto di riferimento per i fratelli Mallardo che si erano trasferito a Dubai. Successivamente Francesco Mallardo e Moraca si sarebbero riavvicinati.
Per tracciare meglio il profilo di Moraca, è utile ricordare che ha scontato una condanna a 13 anni. La sentenza ha accertato l’appartenenza dell’uomo al clan Mallardo con funzione di organizzatore nel settore delle estorsioni e nel reinvestimento speculativo in attività imprenditoriali. Ma è un elemento del clan anche perché genero del defunto capo dell’organizzazione, Feliciano Mallardo