Decenni di razzie al patrimonio storico di Napoli: anche in chiesa
Il Complesso dei Girolamini, uno dei più rilevanti poli monumentali di Napoli, al centro ancora di indagini che stanno svelando anni di furti e sottrazioni. Stando a quanto riportato nell’articolo di Leandro Del Gaudio su «il Mattino», non solo la storica biblioteca, già protagonista di scandali legati al trafugamento di libri antichi, ma anche la Chiesa dei Girolamini è finita nel mirino per una lunga serie di razzie.
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Le vicende giudiziarie legate a questi episodi, tra processi e condanne, stanno progressivamente facendo luce su reati che si sono accumulati nel corso dei decenni, contribuendo a un quadro sempre più inquietante del saccheggio del patrimonio storico e culturale del complesso.
Le ultime indagini
Negli ultimi mesi, la Procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, ha collaborato con i carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale per approfondire i crimini avvenuti nel complesso. L’indagine è partita da una serie di protocolli siglati con i responsabili del monumento e si è ampliata al fine di identificare sia i beni trafugati in biblioteca, sia quelli sottratti dalla chiesa.
I furti sembrano risalire a diverse epoche; alcuni episodi, probabilmente, agli anni Cinquanta, con responsabilità che potrebbero coinvolgere persone interne al complesso. Altri, invece, si sono verificati in seguito al terremoto del 1980. Tutte queste sparizioni, comprese le più recenti, si sono consumate sotto gli occhi dell’indifferenza generale.
Le opere rubate
Un capitolo emblematico dell’indagine riguarda la Cappella dei Martiri, all’interno della chiesa. Dei 27 busti lignei che originariamente decoravano lo spazio, oggi ne rimangono solo nove. Questi busti, raffiguranti santi e figure sacre, erano custoditi dietro un meccanismo elettronico che avrebbe dovuto proteggerli ma che, paradossalmente, è stato utilizzato per asportarli. Alcuni di questi manufatti risultano fotografati in mostre e cataloghi di anni fa, ma oggi si sono persi.
Anche quadri attribuiti al pittore Bernardo Cavallino, tra cui raffigurazioni di San Gennaro, risultano trafugati e potrebbero trovarsi in collezioni private o depositi della città. Gli investigatori hanno creato una banca dati dettagliata delle opere mancanti. Questo archivio è fondamentale per individuare i beni trafugati e segnalare eventuali tentativi di vendita illegale. Case d’aste e piattaforme specializzate sono sotto stretta sorveglianza per evitare che i tesori dei Girolamini finiscano in mani sbagliate.