La madre: mi batterò per avere Chicca vicino a Faenza. Il padre scrive al commissario
Fortuna Loffredo era per tutti Chicca. Fu uccisa il 24 giugno 2014 nel Parco Verde di Caivano, dove viveva. La bambina fu scaraventata giù da un palazzo dal suo vicino di casa, dopo essersi opposta all’ennesima violenza sessuale. Sono trascorsi oltre dieci anni da quella drammatica giornata, ma la memoria di Fortuna è ancora una ferita aperta per la comunità di Caivano. Nel frattempo, il corpo della bambina non ha ancora trovato un luogo definitivo per il riposo eterno.
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Lo scorso novembre Domenica Guardato, madre di Fortuna, lanciò un appello affinché la figlia potesse finalmente avere una sepoltura adeguata. Tuttavia, la richiesta ha dato origine a un conflitto con il padre della bambina, Pietro Loffredo. Domenica, che ormai vive a Faenza, in Emilia-Romagna, desidera che i resti della figlia siano trasferiti vicino a lei, per poterle rendere omaggio più facilmente.
L’appello del padre a Ciciliano
Pietro, invece, che risiede ancora a Caivano, attraverso i suoi legali Sergio e Angelo Pisani, ha scritto al commissario straordinario Fabio Ciciliano chiedendo che venga costruita una cappella a Caivano, dedicata alla memoria della figlia. Nella lettera indirizzata al commissario, Pietro spiega che la cappella avrebbe lo scopo di «onorare la memoria di Fortuna, vittima di un crimine brutale e unico nella sua atrocità, e di fungere da monito affinché simili tragedie non si ripetano». Ha inoltre sottolineato il suo diritto, come genitore, a essere consultato preventivamente su decisioni così delicate.
La mamma: «Non ha mai mostrato interesse»
Domenica, però, è determinata a portare avanti la sua battaglia. «Chicca deve stare vicino a me», ha riferito la donna al Corriere della Sera. Secondo la madre, il padre della bambina non ha mai mostrato un reale interesse per la figlia. «Da quando è morta, lui non è mai andato al cimitero. Non ha mai visitato Chicca. Quando lei era piccola, lui era in prigione e praticamente non l’ha mai vissuta».
Per Mimma, seppellire Fortuna a Caivano equivarrebbe ad abbandonarla. Attualmente, il corpo della bambina si trova in una tomba condivisa con altre quattro persone della stessa famiglia. «Io vivo al nord e lei è al sud. Ogni volta devo tornare giù per portarle un fiore e poi ripartire. Ma io non ho mai abbandonato mia figlia e mai lo farò», ha dichiarato con fermezza. Domenica ha poi rivolto un appello diretto al commissario Ciciliano, chiedendogli di ascoltare il suo cuore di madre. «Chicca ha sempre vissuto con me. Combatterò fino alla fine, perché non mi sono mai arresa e mai lo farò». A più di due mesi dal suo appello, nulla è cambiato. Ma Domenica Guardato continua a sperare che la sua richiesta venga finalmente esaudita e che sua figlia possa riposare in pace accanto a lei.
Ciciliano: «Non dipende da me»
«La decisione sul trasferimento della salma di Fortuna non dipende dalla struttura commissariale ma, secondo la normativa vigente, dalla commissione straordinaria che amministra il comune di Caivano». Lo specifica una nota diffusa dopo una telefonata fatta dal commissario straordinario di Governo, Fabio Ciciliano, all’avvocato Sergio Pisani, legale di Pietro Loffredo. Ciciliano «ha voluto raggiungere telefonicamente l’avvocato Sergio Pisani – si legge ancora nella nota – che rappresenta Pietro Loffredo, il papà della piccola Fortuna».