Martina è in lotta per la vita: «Si è salvata per miracolo»

di Virginia Iadonisi

La 21enne accoltellata a Oslo dall’ex fidanzato

È una lotta per la vita quella che sta affrontando in ospedale a Oslo Martina Voce, la 21enne fiorentina, scampata venerdì scorso nella capitale norvegese dove studia e lavora da tempo al tentativo di femminicidio da parte dell’ex fidanzato Mohit Kumar: un informatico di origine indiane che l’ha assalita inferendole decine di coltellate con il chiaro intento di ucciderla, perché lei lo aveva lasciato.

Martina è tenuta sedata in coma farmacologico: le sono state ricostruite una parte del viso, arterie e vene, perché una pugnalata le ha procurato un taglio dall’orecchio fino al collo, recidendole la giugulare e la carotide. Un’altra pugnalata le ha invece quasi reciso un pollice, mentre lei cercava disperatamente di proteggersi dalla furia dell’ex, alzando le braccia. Anche qui servirà un nuovo intervento chirurgico ricostruttivo.

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Il dramma raccontato dallo zio

«Martina è viva per miracolo» dice Antonio Voce, lo zio, noto avvocato penalista a Firenze. «È stata sottoposta stamattina a un nuovo intervento chirurgico per ricostruire la mano destra e l’arco mascellare. Kumar ha assestato con forza una coltellata alla guancia sinistra di Martina: un taglio dall’orecchio fino alla gola, lacerando carotide e giugulare. La prossima operazione chirurgica è fissata per giovedì prossimo».

Anche ieri i medici, spiega, hanno svegliato la ragazza per capire le sue reazioni cerebrali e «Martina ha subito reagito alzando le mani a difesa davanti al viso. Questo la dice lunga sullo choc che ha subito». Lo zio racconta poi che gli hanno mostrato le foto del locale dove Martina lavorava, scattate subito dopo l’aggressione. «Sono raccapriccianti, c’è sangue sparso in tutto il locale – dice – Il padre di Martina, mio fratello Carlo, oggi pomeriggio è crollato ed è riuscito finalmente a riposare dopo giornate intense, fatte anche di lunghe attese in ospedale».

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Da domenica, racconta ancora lo zio, «nella camera di ospedale Martina campeggia un disegno della sorella Luna, appena 7 anni, dove sono raffigurati Martina, il babbo con la pancia, poi la moglie, Luna e la tata. La piccola è convinta che Martina al risveglio rivedrà la famiglia al completo».

L’aggressore

Nello stesso ospedale, nel reparto rianimazione, piantonato da quattro poliziotti, c’è Kumar, sembrerebbe in gravi condizioni. «Venerdì scorso – prosegue il racconto dello zio -, intorno a mezzogiorno, il 24enne ha fatto irruzione da Smak av Italia, negozio di eccellenze italiane dove Martina lavora, nella capitale norvegese, l’ha colpita con diverse coltellate».

Le grida di Martina hanno richiamato due colleghi di lavoro, che sono intervenuti in suo soccorso. Nella colluttazione, secondo quanto finora ricostruito, uno dei due è riuscito a disarmare Kumar e poi lo ha accoltellato, ferendolo gravemente alla gola. È accusato di tentato omicidio aggravato.

«Sulle indagini sappiamo ancora poco – sottolinea -: vige il più assoluto riserbo, tanto che nemmeno i vertici dell’ospedale forniscono alla polizia informazioni sullo stato di salute di Kumar. Gli investigatori hanno operato una prima ricostruzione dopo aver ascoltato i dipendenti di Smak av Italia e sentiranno, appena possibile, vittima e aggressore».

Lo zio spiega anche che «non esistono video dell’aggressione, perché nel locale non sono installate telecamere» e «intanto, poliziotti alti e nerboruti piantonano Kumar e dicono di essere lì per proteggere Martina: c’è il rischio che l’ex, una volta sveglio, possa ritornare a colpire».

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