Apporutte non è solo un nome d’arte, ma una scelta che racchiude leggerezza. «L’ho scelto più che altro per un capriccio. Mi piacciono le mele, e il nome ha una pronuncia simile a come si dice “apple” in giapponese», spiega.
Dietro questa curiosa scelta si nasconde una giovane artista di vent’anni, di origini peruviane, che attraverso il disegno trasforma emozioni complesse e frammenti di vita in opere cariche di significato.
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Il suo viaggio nell’arte inizia presto. «Amo le bambole e ogni tipo di insetto, i bruchi sono i miei preferiti! Disegno da quando ero molto piccola, quindi penso di poter dire che il mio percorso artistico è iniziato dall’infanzia». Oggi, nell’ultimo anno del liceo artistico, coltiva un sogno grande e ambizioso: «Vorrei vivere soltanto disegnando. Essere un’illustratrice a tempo pieno. Magari anche fare mostre con i miei disegni».
L’arte come specchio dell’intimo: tabù, dolore e ossessione
Apporutte non teme di esplorare ciò che altri evitano. I suoi disegni affrontano temi che sfidano le convenzioni, tra cui sessualità, dolore e ossessione. «Tendo a romanticizzare, a mio modo, molti dei temi di cui disegno», racconta. Il suo lavoro è un riflesso delle sue esperienze personali, un diario visivo che mette a nudo le parti più vulnerabili della sua anima.
Eppure, non mancano le critiche. «Non ho mai detto a nessuno di vedere le mie opere come esempio di una vita romantica o sessuale esemplare», chiarisce. «Se una persona ha un minimo di buon senso, credo sia facile da capire. Se non vuoi vedere una cosa, la cosa più sensata da fare è andare avanti, bloccare, chiudere la pagina». Una risposta semplice, ma potente, che mostra quanto sia decisa a proteggere la sua libertà creativa.
Uno stile che parla di sé
Apporutte non cerca di etichettare il proprio stile come speciale, ma riconosce ciò che lo rende unico: «Il fatto che siano i miei disegni a renderlo speciale. Ogni stile è unico per la persona che lo mette su un foglio. Quindi credo che il mio sia unico proprio perché sono io l’artista». La musica gioca un ruolo fondamentale nel suo processo creativo. «Il mio artista preferito è Shinsei Kamattechan, ed è una delle mie più grandi influenze nella mia arte». Le sue opere riflettono questo legame, unendo immagini e atmosfere che evocano sentimenti profondi.
Gli studi e la forza della vulnerabilità
Apporutte affronta il percorso scolastico con la consapevolezza della sua importanza, nonostante le difficoltà. «Non sono mai andata bene a scuola, purtroppo, ma è una cosa di grande importanza. Studiare e avere titoli di studio oggi è davvero molto importante, anche se spesso non garantisce un lavoro fisso. Però meglio di niente». Crede che continuare a studiare possa arricchire la sua arte, aiutandola a crescere come artista e come persona.
Le sue opere sono profondamente personali, nate da esperienze che non si sottrae dal raccontare. Attraverso il disegno, affronta il dolore e lo trasforma, trovando nella creazione artistica un rifugio e una forma di resistenza.
Tra dolore ed euforia: il mondo di Apporutte
Quando le chiedi cosa raccontano le sue opere, risponde con poche parole che dicono tutto: «Dolore e mania, o euforia». Apporutte traduce le sue emozioni più profonde in immagini che catturano l’attenzione e provocano riflessione. I suoi disegni sono storie visive, che nascono dall’intreccio tra il passato peruviano e il presente italiano, tra esperienze personali e ispirazioni musicali.
Con la sincerità di chi non ha paura di mostrarsi per ciò che è, Apporutte ci regala un’arte che parla di vulnerabilità, autenticità e coraggio. Ogni linea tracciata sulla carta è un frammento del suo mondo, un invito a osservare, ascoltare e, soprattutto, sentire.