Il tycoon Made in Usa ha rappresentato un caso storico, forse unico nel suo genere
Nel 2017 Gennaro Sangiuliano pubblicò per Mondadori una biografia di Donald Trump, “Vita di un presidente contro tutti”, che ripercorre la vita del rieletto presidente americano dalle origini tedesche della famiglia, alla gioventù, il rapporto con il padre, gli studi, la carriera di imprenditore, fino all’ingresso in politica e alla prima elezione. In questi giorni esce una edizione aggiornata, con nuovi capitoli che prendono in esame il periodo che va dal 2021 ad oggi, con sottotitolo “La rivincita”.
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«Quello di Trump, comunque la si pensi – a prescindere del giudizio che si vuol dare – è un caso davvero storico», scrive Sangiuliano, «segnato da una rinascita e una rivincita che tutti pensavano impossibile». Sangiuliano ha scritto molto di vicende americane perché oltre alla biografia di Trump ha pubblicato una biografia di Hillary Clinton ed una di Ronald Reagan. È anche un esperto del sistema costituzionale americano.
Dall’assalto alla rielezione
«Quando il 6 gennaio del 2021, in diretta televisiva mondiale, si consumava l’assalto al palazzo del Campidoglio, suscitando un moto d’indignazione globale, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul futuro politico di Donald J. Trump. In quei giorni il suo destino sembrava segnato, non solo politicamente, sarà incriminato per aver istigato l’assalto a Capitol Hill e addirittura di cospirazione per aver tentato di sovvertire il risultato elettorale del novembre del 2020 che aveva eletto alla Casa Bianca Joe Biden e come suo vice Kamala Harris».
Nel suo libro prova a spiegare le dinamiche politologiche del successo di Trump: «La rielezione di Trump dimostra, ancora una volta, il solco che divide la narrazione fatta da alcune élite autoreferenziali, quelle che vivono negli attici e nei loft delle ztl americane, e la gente comune, quella che lavora e che soffre se la rata del mutuo lievita e se c’è un’alta inflazione. C’è un argomento del primo discorso di Trump che merita di essere colto, insieme ad altri, il richiamo all’essere un movimento (Make America Great Again), non un partito in senso tradizionale, con le sue sovrastrutture, ma un movimento, una comunità coesa attorno a ideali e obiettivi, attiva nel perseguirli».
«È interessante leggere meticolosamente la vita di Trump ma soprattutto determinarne i tratti del carattere: Trump ha rovesciato tutto questo: le inchieste giudiziarie, i processi, gli attentati, l’odio dei poteri forti, le ipocrisie, le star del cinema, il mainstream, i giornaloni americani e i grandi network pronti ad accusarlo per ogni sospiro. Quello che colpisce è la forza d’animo, la caparbietà con cui ha lottato, da vero combattente, contro una corrente predominante che gli era ostile. Ha vinto contro tutto e tutti. È sorprendente che non abbia mollato tutto e abbia ripreso a risalire la china. È andato anche contro l’anagrafe, perché è nato nel 1946 e ha un’età in cui ci si ritira».