Una delle voci più raffinate del panorama canoro con una capacità interpretativa unica e il suo timbro inconfondibile
L’amore è la più silenziosa delle agonie nonché la gioia più autentica dell’animo umano. Quando un amore ci lascia, subentra il «senso dell’abbandono», così frustrante quasi da trasformare l’individuo in un essere spoglio, privo di una pelle che possa rivestirlo di calore umano e protezione. Ed è proprio in quel momento che la parte impulsiva lotta contro la razionale, mascherando in quella tristezza, la forza, la speranza, di uscire da una storia usando l’intelletto, pur sapendo che l’addome ascolta il flusso del suo sangue e null’altro.
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Negli anni Novanta, Ornella Vanoni, grande artista longeva del panorama italiano ed internazionale, decide di scrivere un testo in italiano su un brano brasiliano di Marisa Monte. Da sempre affascinata dalla musica brasiliana, la Vanoni sforna un capolavoro che tutt’oggi mantiene in una chiave «giovanile» perché è ciò che «chiede il mercato, i giovani».
Che piaccia o meno questa sua rilettura, quel testo e la sua incredibile trasmissione emozionale rendono «Perduto» uno dei brani più vicini a lei, sempre presente in ogni suo concerto. Un amore finito e la consapevolezza di una guarigione emotiva da dover affrontare. Il brano è stato rielaborato insieme al DJ Heysimo e compare nell’ultimo lavoro discografico, dove la «modernità» domina in modo sovrano e con estrema attenzione.
Perduto
Io posso scordarti
Seguendo la rotta di un passero muto
Io posso allearmi
A gente diversa che tu non conosci
Mi posso riempire
Di amori sfiniti che non ho voluto
E sola di notte
Sentirmi morire e non chiederti aiuto
Io posso scordarti
Facendo ogni giorno una torta diversa
Io posso scordarti
Passando le ore a contarmi le dita
Mi posso stancare
E arrivare alla notte più morta che viva
E poi nel mio letto
Confondere i sogni nel rosso del vino
Ce la farò
A non soffrire più
A non parlare più da sola
Ce la farò
A non pensare a te
A non volerti più
Perduto
Io posso scordarti
Seguendo la rotta di un passero muto
Io posso allearmi
A gente diversa che tu non conosci
Mi posso riempire
Di amori sfiniti che non ho voluto
E sola di notte
Sentirmi morire e non chiederti aiuto
Ce la farò
A non soffrire più
A non parlare più da sola
Ce la farò
A non pensare a te
A non volerti più
Perduto
Perduto
Impronte
Nata a Milano il 22 settembre 1934, figlia di un industriale farmaceutico, Nino, e di Mariuccia, studierà dalle Orsoline e frequenterà diversi collegi in Svizzera, Francia e Inghilterra con il desiderio di diventare estetista. Rientrata a Milano, si iscriverà nel 1953 all’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler, divenendone l’allieva prediletta.
Nel 1956 debutta come cantante e attrice in ruoli di pregio, cantando un paio di ballate della Rivoluzione francese e suscitando sin da subito un certo interesse, tanto che l’anno seguente Giorgio Strehler le cucirà addosso un vero e proprio repertorio e diventerà il suo compagno, nella sfera sentimentale, per circa un anno. Dopo arriverà Gino Paoli con cui creerà un sodalizio artistico ed «emozionale», ma sarà nel 1960 che convolerà a nozze con Lucio Ardenzi, noto impresario teatrale, con cui avrà un figlio e da cui si separerà poco prima della nascita del bambino.
Ornella Vanoni è una delle voci più iconiche della musica italiana, capace di attraversare le epoche con una carriera che abbraccia oltre sessant’anni di musica e successi; una delle interpreti più rispettate e amate dal pubblico. Attiva dal 1956, ha pubblicato 61 lavori e rientra tra le cantanti con il maggior numero di vendite, con oltre 55 milioni di dischi.
L’artista, nel suo bagaglio musicale, porterà con sé innumerevoli contaminazioni spaziando dalle «Canzoni della mala» al pop d’autore, alla bossa nova, al jazz, al cantautorato con collaborazioni d’eccellenza tra cui: Toquinho, Vinícius de Moraes, George Benson, Michael Brecker, Randy Brecker, Ron Carter, Eliane Elias, Gil Evans, Steve Gadd, Herbie Hancock, Chris Hunter, Lee Konitz e Herbie Mann, e nel panorama italiano con Gino Paoli, Dario Fo, New Trolls, Paolo Conte, Fabrizio De André, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Sergio Bardotti, Mogol, Giorgio Calabrese, Franco Califano, Bruno Lauzi, Grazia Di Michele, Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Il consolidamento artistico
Nel 1960, Ornella Vanoni inizia a farsi conoscere come cantante, collaborando con diversi artisti della scena jazz milanese. La sua carriera prende una piega decisiva negli anni ‘60, quando debutta ufficialmente nel mondo della musica leggera. Il suo primo grande successo arriva nel 1960 con la canzone «L’amore è come un bambino», ma è nel 1962 che raggiunge il grande pubblico con il brano «Io ti troverò». La sua voce morbida e intensa, capace di esprimere una forte gamma emozionale, la fa subito distinguere nel panorama musicale dell’epoca.
Nell’arco della sua lunga carriera parteciperà per ben otto edizioni al Festival di Sanremo raggiungendo nel ’68 il secondo posto con la canzone «Casa Bianca», e piazzandosi per tre volte al quarto posto con i brani «La musica è finita» (1967), nel 1970 con «Eternità» (1970), con «Alberi» (1999). Successivamente, nel 2018, parteciperà con una ballata di saggezza quale «Imparare ad amarsi» insieme a Bungaro e Pacifico. Il palco dell’Ariston la vedrà protagonista anche come ospite con brani «d’impronta» come «Canzone» (1969) e «E poi…» (1972) che consolidano la sua carriera al fianco di grandi compositori e arrangiatori come Luigi Tenco, Gino Paoli ed Ennio Morricone.
Gli anni ‘70 e ‘80 saranno un periodo di grande sperimentazione e contaminazioni, come si evince dagli album: «Ornella Vanoni» (1970), «Una ragione di più» (1972) e «Cosa vuoi che sia una canzone» (1976).
Dotata di una rara capacità interpretativa, diventa la voce di temi sentimentali ma anche di riflessioni più intime e personali, confermando il suo status di artista versatile. In questi anni la sua partecipazione a spettacoli teatrali e a produzioni televisive contribuisce a diffondere la sua arte anche al di fuori del circuito strettamente musicale.
Gli anni ‘90
Nel corso degli anni ‘90 Ornella Vanoni continua a lavorare intensamente, rinnovandosi e mantenendo intatta la sua posizione nel panorama musicale italiano. Tra gli album più significativi di questo periodo si segnala «La mia storia» (1997), che celebra una carriera straordinaria attraverso una raccolta dei suoi più grandi successi.
Arriverà poi «Quante storie», (1990), un album per metà scritto da Stefano De Sando nel quale troveranno posto brani senza tempo quali «La costruzione di un amore», scritta da Ivano Fossati e Mia Martini, ed «Effetti speciali», che porta la firma di Mariella Nava.
Dopo qualche anno sarà la volta del disco «Stella nascente», primo album di Ornella Vanoni con la produzione di Mario Lavezzi, che ne scriverà anche il singolo omonimo insieme a Mogol. Nello stesso lavoro discografico, la Vanoni torna a firmare i testi di cinque canzoni tra cui «Perduto». Da lì a poco inizierà la collaborazione con Grazia Di Michele, che scriverà «Non era presto per chiamarti amore». L’album otterrà il «Disco d’oro» per le vendite.
Il 1995 porterà un ennesimo lavoro discografico d’eccellenza, «Sheherazade» prodotto da Mario Lavezzi. Un inno alla donna, al potere della seduzione e dell’ingegno, che prende spunto dal personaggio femminile de «Le mille e una notte». La donna riuscirà a scappare dalla morte per mano del Re persiano Shāhrīyār, trasformando il suo odio in «lacrime d’amore». Otto saranno i brani firmati dalla Vanoni, con un’ulteriore presenza di Grazia Di Michele, coautrice di altre tre testi presenti nell’album. I successi di quest’ultimo saranno, in particolar modo, «Rossetto e cioccolato» scritto proprio da Ornella Vanoni, e «Per l’eternità» scritto da Lavezzi e Mogol.
Il Duemila
Gli anni Duemila vedranno una riconferma di un’attività artistica preziosa. Continue collaborazioni, come autrice di tanti testi musicali, e album di cover prodotti da Mario Lavezzi, in cui rivisiterà successi italiani degli anni ’60 e ’70, porteranno rispettivamente un disco di platino e uno d’oro per le vendite. Passerà alla Sony Music. La sua «Rossetto e cioccolato» figurerà nel film «Le conseguenze dell’amore», diretto dal regista Paolo Sorrentino.
Altro disco di platino per le centomila copie vendute arriverà nel 2004 grazie all’album «Ti ricordi? No, non mi ricordo», realizzato insieme a Gino Paoli, un connubio inscindibile che riceverà l’anno dopo «Il Riccio d’Argento» e nel 2006 «Il Telegatto di platino alla carriera», assegnato ai due artisti. Nello stesso anno, il brano «L’appuntamento» verrà inserito nella colonna sonora della pellicola di Steven Soderbergh «Ocean’s Twelve».
Il 2007 vedrà pubblicato «Una bellissima ragazza», il primo disco di soli inediti. Realizzato prevalentemente con Mario Lavezzi e Pacifico, l’album vanterà la partecipazione di Renato Zero, Ron e Grazia Di Michele come coautori, la tromba di Paolo Fresu e la voce di Mario Biondi nel brano «Cosa m’importa». Gianfranco Lombardi ne firmerà la scrittura degli archi, già partecipe in alcuni precedenti lavori. «Una bellissima ragazza» varrà alla Vanoni il «Premio Lunezia» per il valore musicale-letterario delle canzoni nella categoria «Pop d’autore».
Concerti tra l’Italia e la Spagna
Nell’estate 2008 partirà il tour italiano «Ornella Live 2008», con importanti partecipazioni, e sarà anche l’anno di prestigiosi riconoscimenti: il «Premio Milano Donna – Le donne che hanno fatto grande Milano» e il «Premio Marisa Bellisario Speciale alla Carriera», dedicato a «Le donne che progettano il futuro: innovazione, creatività, meritocrazia».
Il 17 ottobre 2008 verrà pubblicato l’album «Più di me», una raccolta dei suoi grandi successi interpretati in duetto con illustri colleghi, fra cui Mina, Eros Ramazzotti, i Pooh, Jovanotti, Fiorella Mannoia, Claudio Baglioni, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Carmen Consoli e Giusy Ferreri.
Il giorno successivo ai suoi 50 anni di carriera, Ornella terrà un grande concerto in Piazza Duomo a Milano, con oltre 35.000 spettatori. Il disco riscuoterà un ottimo successo commerciale (oltre 200.000 copie vendute), ricevendo il doppio disco di platino, mentre il duetto con Eros Ramazzotti conquisterà la prima posizione nella classifica dei brani più scaricati legalmente. Inoltre, sarà protagonista dello spettacolo-tributo «Ornella ancora più di me», in prima serata su Rai 1, condotto insieme a Claudio Cecchetto.
Il 15 maggio 2009 esce per la Sony il primo volume del progetto di Alberto Zeppieri «Capo Verde, terra d’amore», per il World Food Programme delle Nazioni Unite: la Vanoni interpreterà «Buona vita», duettando con il compositore originale Teofilo Chantre. Il 13 novembre 2009 sarà la volta di «Più di te», prodotto da Lavezzi e Celso Valli, dedicato ancora una volta al mondo dei cantautori, ottenendo il disco d’oro per le vendite. Gli anni successivi la vedranno sempre più presente in progetti teatrali, collaborazioni, rielaborazioni, ulteriori e importanti premi e in giro per il mondo con una serie di concerti jazz e non solo.
Il docufilm
L’11 marzo 2013 viene presentato al Piccolo Teatro di Milano il docufilm di Alexandra della Porta Rodiani sulla vita dell’artista, intitolato «Ornella Vanoni. Ricetta di donna», e nel settembre uscirà l’album «Meticci (Io mi fermo qui)», prodotto da Mario Lavezzi. Nel febbraio del 2014 annuncerà la sua ultima tournée teatrale, ma non quella musicale. Il 9 febbraio dello stesso anno esce l’album antologico «Un pugno di stelle», contenente 58 tracce suddivise in tre dischi tra celebri successi, duetti e cover.
Nell’estate 2020 firma un contratto con la casa discografica BMG Rights Management e annuncia la preparazione di un nuovo album di inediti, a distanza di sette anni dall’ultimo. L’8 gennaio 2021 viene pubblicato il primo singolo dal disco, «Un sorriso dentro al pianto», scritto da Francesco Gabbani. «Unica» sarà il nome del disco.
L’11 febbraio 2023 torna come ospite all’ultima serata del «73º Festival di Sanremo». Dall’anno seguente è tra gli ospiti frequenti del programma «Che tempo che fa» sul Nove. Nel 2024 verrà pubblicata una nuova versione del brano «Ti voglio», attraverso un disco di rivisitazioni dei suoi grandi capolavori, pensato per avvicinarsi magistralmente alle nuove generazioni. Il disco, «Diverse», sarà la conferma di un’artista senza tempo, ma soprattutto irripetibile nella storia della musica italiana e non solo. Questa è soltanto una «piccola» parte dell’infinita carriera di Ornella Vanoni.