Notificati nove inviti a dedurre. Sarebbero stati acquistati anche abbonamenti a servizi di streaming
Abbonamenti mensili a servizi di streaming musicale e spese, anche alle due di notte, utilizzando le carte di credito istituite per gli acquisti urgenti della Sma Campania Spa, società in-house della Regione che si occupa, tra l’altro, di ambiente, prevenzione incendi e di depurazione.
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Contesta uno sperpero di fondi da oltre 5,7 milioni di euro la Procura regionale per la Campania della Corte dei Conti che, al termine delle indagini contabili – riguardanti gli anni dal 2012 al 2022 – ha incaricato il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Napoli di notificare nove inviti a dedurre ad amministratori, dirigenti e dipendenti della società.
Dalle indagini dei finanzieri è anche emerso che venivano utilizzati, pagandoli più del dovuto, servizi di autonoleggio e di telefonia mobile attraverso affidamenti diretti, senza alcuna procedura di gara, come invece previsto dalla normative.
Le progressioni di carriera in Sma Campania
Le attività investigative hanno fatto emergere, inoltre, elementi sintomatici di progressioni di carriera del personale impiegato sia presso le strutture territoriali che presso i depuratori gestiti da Sma Campania, in violazione della disciplina sul reclutamento del personale e sugli avanzamenti di carriera nella Pubblica Amministrazione. Infatti, le progressioni (secondo gli inquirenti) sono state operate, nella maggior parte dei casi, con verbali di conciliazione, senza attivare alcuna procedura selettiva e/o comparativa o meccanismi di selezione dei dipendenti meritevoli.
Il danno erariale da 5.777.757,45 euro viene contestato dalla Procura contabile e dal Nucleo Pef di Napoli in alcuni casi direttamente ai vertici aziendali pro tempore e in altri a funzionari aziendali e dipendenti.
I destinatari
Destinatari delle contestazioni della Corte dei Conti campana (procuratore regionale Antonio Giuseppone, sostituti procuratori generali Davide Vitale e Flavia Del Grosso) sono l’ex presidente del Cda Giuseppe Cammarota; gli ex amministratori unici Ciro De Leo, Raffaele Scognamiglio e Giuseppe Esposito; l’ex consigliere delegato Lorenzo Di Domenico; l’ex dirigente Cosimo Silvestro; l’ex financial manager Roberto Iavarone; l’addetto alla contabilità e bilancio Ernesto Tartaglione e il responsabile dell’impianto di depurazione di Napoli est Luigi Riccardi.
Tutti potranno ora depositare le proprie deduzioni ed eventuali documenti e chiedere di essere ascoltati dall’Autorità giudiziaria contabile. Di Domenico, Scognamiglio, Silvestro e Tartaglione sono stati rinviati a giudizio nell’ambito di un procedimento penale parallelo dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) a vario titolo per peculato, abuso d’ufficio e simulazione di reato.