Scoppio Ercolano, identificate le vittime. Il sindaco: «Nessuna autorizzazione» | I NOMI

di Antonella Di Martino

I ragazzi deceduti avevano 31 e 18 anni. Era il primo giorno di lavoro

Ha trovato dinanzi a sé «una scena di devastazione e distruzione ma anche di grandissimo dolore» il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto che conferma il bilancio di tre decessi per lo scoppio di una casa-deposito di fuochi d’artificio nel suo comune. «Mi riferiscono – tiene a dire ai giornalisti – che lì si confezionassero fuochi d’artificio, ma né al Comune né alle altre autorità sono mai pervenute richieste di autorizzazione».

Le vittime sono Samuele Tafciu, di 18 anni, domiciliato a Napoli, e le due gemelle di Marigliano Sara e Aurora Esposito di 26 anni. Gli inquirenti hanno avuto difficoltà identificarli a causa delle gravi lesioni riportate, che li rendevano non riconoscibili ai presunti familiari.

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«Conta poco dove fossero residenti i ragazzi – osserva Buonajuto – quello che mi frantuma il cuore è che dei giovani non possono morire così. Qui confezionavano fuochi d’artificio, ma se non sono mai arrivate richieste di autorizzazione significa che dobbiamo insegnare ai giovani che la via maestra, anche se la più lunga, è quella della legalità e del rispetto delle regole affinché quanto accaduto stasera non possa più accadere».

«Mi hanno confermato – aggiunge il sindaco della città alle porte di Napoli – che si confezionavano fuochi d’artificio in una casa di cui non conosco i proprietari. Ma basta ascoltare le urla di dolore della madre delle due ragazze – conclude – per capire quanto immane sia questa tragedia».

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Il racconto di una conoscente

I tre giovani – secondo quanto riferisce una conoscente – erano al primo giorno di lavoro all’interno del sito aperto lo scorso weekend in vista delle prossime festività.

«Ci hanno chiamato i carabinieri – riferisce ai giornalisti la signora Anna Campagna – dicendoci che era scoppiata la fabbrica di fuochi d’artificio dove stavano mio genero di 18 anni e due ragazze che hanno tra i 18 e i 20 anni e che non conosco. Ci hanno avvisato i carabinieri. Da quello che sappiamo non c’erano altre persone all’interno del capannone perché mio genero ci ha chiamato alle 13 dicendoci che stava mangiando un panino con le due ragazze e che non c’erano altre persone con loro».

«Era il primo giorno di lavoro per tutti e tre. Da quello che abbiamo capito – aggiunge la donna – la fabbrica è stata aperta tra venerdì e domenica e oggi era il primo giorno effettivo di lavoro. Non so chi la gestisca – la sua testimonianza – so solo che stamattina sono andati a prenderlo all’esterno di un bar per avviarlo al lavoro».

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