L’ex rettore già sindaco di Napoli, delegato alla Cultura, primo cittadino della Città Metropolitana e commissario per Bagnoli
Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, sarà il nuovo presidente Anci. A meno di ribaltoni dell’ultima ora, il Partito Democratico ha scelto di puntare sull’ex rettore. La sfida era tra lui e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.
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«Viviamo una stagione complessa – ha dichiarato Manfredi in un video dopo la diffusione della notizia del suo nuovo incarico – nella quale i problemi economici, la riduzione del potere d’acquisto, i contrasti sociali e le difficoltà lavorative e abitative rendono il vivere molto difficile. Oggi dobbiamo rilanciare la sfida partendo dai Comuni, dalle grandi Città e dai piccoli Comuni dalle aree interne e delle aree costiere per fare in modo che ci sia una nuova fase di crescita e di cambiamento che tutti ci chiedono».
«Partire dalle città con nuovi strumenti di innovazione, passando da una riforma incisiva delle autonomie locali che dia poteri e risorse ai sindaci per consentire loro di dare risposte reali ai bisogni dei cittadini che crescono sempre di più. Solo mettendo al centro Città e Comuni l’Italia potrà davvero cambiare», ha concluso.
I Dem hanno deciso che il primo cittadino napoletano è il giusto compromesso per il campo largo. Prenderà lui, dunque, il posto del sindaco di Bari, Antonio Decaro, al vertice dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. La guida dei comuni italiani resterà al Sud. Il suo ennesimo incarico mischia di nuovo le carte, mettendo in dubbio la discesa in campo di Manfredi alle elezioni regionali contro il presidente uscente Vincenzo De Luca.
La collezione di incarichi di Gaetano Manfredi
Ma questa nuova nomina dimostra che il Partito Democratico non sa più di quale responsabilità investire il primo cittadino napoletano, non sa più dove candidarlo. L’incarico di presidente Anci si aggiunge ai numerosi che ricopre, a cominciare da quello più importante, ossia amministratore della città di Napoli.
Non sono poche le critiche che stanno investendo Palazzo San Giacomo nelle ultime settimane, a cominciare dalla gestione dei trasporti, per terminare con la sicurezza e il disagio giovanile. Il sindaco cerca di rincorrere e dirigere quanto accade in città, ma pare non sia ancora pronto per un rimpasto della giunta e per la nomina di nuovi assessori.
Tiene ancora per sé la delega alla cultura, criticata anch’essa per le scelte discutibili riguardo gli investimenti focalizzati negli ultimi mesi in opere di arte contemporanea esposte in piazza. In particolare, molto discussa l’opera di Gaetano Pesce, l’ormai famoso «Pulcinella» dalla forma un po’ particolare, diventato motivo di ilarità e attrazione per cittadini e turisti a causa di una maliziosa somiglianza con l’organo genitale maschile. Nonostante l’opera sia stata finanziara anche dalla Regione, De Luca si è tirato fuori da qualsiasi commento.
Ma a Manfredi non è bastato. Non solo sindaco di Napoli, presidente Anci, assessore alla cultura, ma anche amministratore di tutta la provincia come numero uno della Città Metropolitana. Altra grande responsabilità che lo vede coinvolto nella gestione di una vasta area territoriale. L’inquilino di Palazzo San Giacomo è anche commissario straordinario per la riqualificazione di Bagnoli.
Un ulteriore incarico che prevede grande diligenza e presenza nella Municipalità 10, con l’impegno di seguire i lavori e gli investimenti previsti per il progetto approvato in accordo col governo. Al sindaco di Napoli pare manchi solo il mantello, non sa più quale ruolo ricoprire. Ma siamo sicuri riesca a garantire costanza, presenza ed efficienza in tutti gli incarichi? Sicuri che non sia tutto troppo impegnativo per un unico uomo?