Gratteri: «È l’ennesima riprova che sono permeabili»
«È l’ennesima riprova che le carceri sono permeabili, entra di tutto e di più, sono anni che lo dimostriamo, con i sequestri di telefoni. Simo riusciti a dimostrare come continuava a entrare droga e cellulari nelle carceri e questo significa continuare a dare ordini e a compiere delitti dal carcere. Un fenomeno allarmate e non si trovano soluzioni, per impedirle».
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Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa in procura durante la quale è stata illustrata una operazione che ha consentito di notificare 12 misure cautelari e sequestrare, complessivamente, tre chilogrammi di droga (tra marijuana, hashish e cocaina) e oltre trenta cellulari. Dieci indagati sono stati sottoposti alla misura del carcere, altri due agli arresti domiciliari
L’attività investigativa
Secondo quanto emerso dall’attività investigativa i droni, modificati per aggirare i sistemi di blocco, riuscivano a raggiungere altezze considerevoli per poi atterrare nei cortili della casa circondariale di Secondigliano. A gestire le attività era il clan Vanella-Grassi, in particolare un elemento di spicco di questa famiglia malavitosa, che fa parte dei gruppi criminali componenti la cosiddetta Alleanza di Secondigliano. Le basi di partenza dei droni erano state individuate in un terrazzo che si trova nei pressi del carcere e anche dal vicino campo nomadi
La presenza dei cellulari in carcere «vanifica le misure cautelari che vengono notificate e questa indagine è la dimostrazione che le carceri non sono più costituiscono strutture di contenimento» così, in sostanza, non si riesce più «a evitare la reiterazione dei reati». È l’allarme lanciato dalla coordinatrice della DDA di Napoli Rosa Volpe e dal procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che, con il capo della Squadra Mobile di Napoli Giovanni Leuci hanno preso parte alla conferenza alla quale erano presenti anche Marco Garofalo primo dirigente dello Sco di Roma e il vice questore Massimiliano Russo, dirigente Sisco Napoli. I destinatari dei provvedimento erano già stati «colpiti» da misure cautelari emesse per fatti analoghi.