Palazzo Carafa di Maddaloni: nobili storie, tesori nascosti e specchi segreti

di Maddalena Villano

Le sue stanze hanno ospitato aristocratici, artisti e sovrani

Palazzo Carafa di Maddaloni è un maestoso edificio napoletano, ubicato in via Maddaloni, lungo il decumano inferiore, immediatamente alle spalle di Palazzo Doria d’Angri e adiacente a via Toledo. Il Palazzo, precedentemente Palazzo D’Avalos, fu costruito nel 1580 su ordine di Cesare d’Avalos, marchese del Regno di Aragona, successivamente,dopo l’alternarsi di diversi acquirenti, fu acquistato dalla famiglia Carafa e dopo ancora da Diomede V Carafa ad un’asta pubblica, nel 1656. Diomede, conte di Cerreto Sannita e duca di Maddaloni, affidò all’architetto Cosimo Fanzago il compito di supervisionare importanti lavori di ampliamento e rinnovamento.

Condiviso tra vari proprietari nel XIX secolo, il palazzo fu testimone di trasformazioni e restauri. Le sue stanze hanno ospitato aristocratici, artisti e sovrani, e si racconta che tra le sue mura risiedano spiriti inquieti e tesori nascosti avvolti in vicende di potere e di dramma.

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La costruzione e l’architettura di Palazzo Carafa di Maddaloni

L’edificio è stato dimora della famiglia Carafa, una delle casate più potenti e influenti del Regno di Napoli. Appartenne ai Carafa di Maddaloni fino al 21 novembre 1806, quando Diomede Marzio Pacecco Carafa,sovraccarico di debiti, fu costretto a vendere la proprietà. L’immobile venne così frazionato in più parti man mano che si successero i nuovi proprietari. Il progetto originario comprendeva una struttura a corte centrale, circondata da ampi saloni decorati e da camere che si affacciano sull’interno.

Secondo alcuni, tre di questi saloni, oggi in rovina, sono gli stessi che all’inizio dell’Ottocento ospitarono Napoleone Bonaparte nei suoi soggiorni napoletani e le riunioni della massoneria col generale francese e re di Napoli Gioacchino Murat, e dove dopo l’Unità d’Italia si ritrovavano intellettuali come la giornalista e scrittrice Matilde Serao, il poeta Salvatore Di Giacomo e il filosofo Benedetto Croce. Uno dei dettagli più caratteristici è la maestosa facciata color rosso pompeiano, un esempio di architettura rinascimentale, con eleganti cornici, grandi finestre e balconi decorati.

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Il gusto raffinato e la ricchezza della famiglia

All’interno, i soffitti affrescati e le sale riccamente decorate testimoniano il gusto raffinato e la ricchezza della famiglia che vi risiedeva, che desiderava mostrare il proprio potere attraverso un ambiente opulento e sofisticato. I marmi policromi, gli stucchi dorati e i pavimenti a mosaico, ancora visibili in alcune aree del palazzo, rappresentano l’apice della maestria artigiana napoletana dell’epoca. Danneggiato non solo durante la Seconda Guerra Mondiale ma anche a causa del terremoto dell’ Irpinia, ha subito interventi di restauro significativi a partire dal 1982, protrattisi per più di 30 anni.

La facciata principale su via Maddaloni presenta un imponente portale barocco in marmo e piperno, arricchito con decorazioni allegoriche. L’atrio, decorato da Fedele Fischetti, conduce a un cortile rettangolare con un portico e una scala del XVII secolo. Gli interni, frazionati per abitazioni, conservano affreschi di artisti come Fischetti, Giacomo del Pò e Francesco De Mura.

La sala Maddaloni, un tempo sala da ballo, è famosa per aver ospitato le esibizioni musicali di compositori rinomati, incluso Alessandro Scarlatti. Si è vociferato che, da bambino, abbia suonato lì anche Mozart, anche se non è un dato certo. All’esterno, una targa ricorda che durante il Regno delle Due Sicilie l’edificio fu la sede della Corte suprema di giustizia e che all’inizio del Novecento ci abitò il giurista e filosofo Luigi Miraglia, che fu anche sindaco di Napoli.

Le leggende di Palazzo Carafa di Maddaloni

Palazzo Carafa di Maddaloni è noto anche per le numerose leggende. Una riguarda la maledizione della famiglia Carafa. Essa era nota per la sua influenza politica e per una lunga serie di complotti, alcuni dei quali si dice abbiano attirato su di loro una maledizione. I Carafa si distinsero per il loro rapporto con i potenti, ma le lotte interne e gli intrighi finirono per segnare la loro storia con tragedie e sfortune, attribuite proprio alla maledizione. Si narra che episodi inspiegabili accadano tuttora tra le mura di Palazzo Carafa di Maddaloni, alimentando la credenza in presenze ultraterrene che continuano a vegliare sulla casata.

Inoltre, durante i secoli di conflitti, i Carafa avrebbero nascosto un tesoro nelle segrete del palazzo, composto di ori e gioielli accumulati per proteggere le proprie ricchezze. Nonostante le ricerche, questo resta introvabile, e molti credono che sia protetto non solo da ingegnose trappole ma anche da una maledizione, che avrebbe colpito chiunque tentasse di cercarlo. Questo mito ha attratto numerosi esploratori, alcuni dei quali sostengono di aver visto apparizioni misteriose o di aver vissuto strane sventure.

La Camera degli Specchi

Un’altra leggenda ha come protagonista la Camera degli Specchi. Questa stanza del palazzo è famosa per il suo aspetto misterioso e per le leggende legate agli specchi, ritenuti capaci di catturare l’anima. Si narra che chi vi trascorre troppo tempo possa vedere la propria immagine distorcersi, come se una parte di sé venisse imprigionata in eterno. Questo spazio oscuro e suggestivo è uno dei luoghi che più alimentano la fama inquietante di Palazzo Carafa di Maddaloni, simbolo della decadenza e della gloria passata dei Carafa.

Lucrezia d’Alagno

Tra le storie più affascinanti troviamo anche quella del fantasma di Lucrezia d’Alagno, l’amante del re Alfonso d’Aragona. Essa non riguarda Palazzo Carafa di Maddaloni in sé. La storia narra che il re la vide per la prima volta in strada durante il corteo di San Giovanni, quando lei era appena diciottenne, e se ne innamorò.

Lucrezia, che visse un amore profondo e tormentato con il re, era l’unica ad avere un impatto sul sovrano grande al punto che tutti si rivolgevano a lei per entrare nelle grazie del monarca. La loro relazione, per quanto intensa, fu controversa: Lucrezia sognava un matrimonio che non si realizzò mai, nonostante i tentativi di Alfonso di ottenere l’annullamento del proprio matrimonio con l’aiuto papale.

Dopo la morte del re, si narra che Lucrezia non sia mai riuscita a superare il lutto e che il suo spirito vaghi ancora alla ricerca di quell’amore impossibile. Il suo legame con Alfonso è ricordato per essere stato uno dei più potenti e sofferti del tempo.

Palazzo Carafa di Maddaloni oggi

Oggi, Palazzo Carafa di Maddaloni è un luogo di interesse storico e culturale. Sebbene non tutte le stanze siano accessibili al pubblico, l’edificio conserva ancora molti dei suoi dettagli originali. Alcune aree del palazzo sono state restaurate per preservarne la bellezza, ma la maggior parte del complesso è rimasta intatta, mantenendo le atmosfere e le suggestioni del tempo.

Il palazzo è spesso incluso nei percorsi turistici che esplorano il centro storico di Napoli, attirando ogni anno numerosi visitatori, curiosi di scoprire la storia e i misteri che lo avvolgono. Alcuni eventi culturali e mostre temporanee vengono ospitati all’interno di Palazzo Carafa di Maddaloni, rendendolo un punto di riferimento per la comunità locale e un patrimonio vivo che continua a raccontare la storia di Napoli.

Chi lo visita non può fare a meno di rimanere affascinato dal contrasto tra la magnificenza delle decorazioni e la presenza di stanze e corridoi avvolti nell’ombra. È un testimone silenzioso di un’epoca di grandezza e mistero.

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