Donna trovata senza vita nella sua villa: fermato il figlio che confessa

di Virginia Iadonisi

Ha ucciso la madre utilizzando due coltelli

I carabinieri hanno fermato, Salvatore Dettori, 46 anni, figlio di una donna di 73 anni, Silvana La Rocca, trovata ieri sera senza vita nella sua villa di Leporano, in provincia di Taranto. È accusato di omicidio. È stato prima interrogato e poi fermato. La Rocca abitava da sola. Era vedova dal 2002 e il marito, Cataldo Dettori, pensionato dell’ex Ilva, morì in un incidente sul lavoro proprio nell’azienda, dove venne richiamato per addestrare alcuni dipendenti. L’incidente mortale avvenne a seguito di una rovinosa caduta dell’uomo da un muletto in fabbrica.

La 73enne era un’insegnante in pensione. Aveva due figli, uno residente in Francia e l’altro a Pulsano (Taranto). Quando i militari sono giunti nella villa, hanno avvertito anche un fortissimo odore di gas, tant’è che è stato chiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco. Le ferite sul corpo della donna hanno però fatto ipotizzare che il gas fosse stato solo un tentativo di sviare le indagini.

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La ricostruzione della Procura

Ha ucciso la madre «utilizzando due coltelli che aveva portato con sé e precisamente un coltello sardo tipo “Pattada” ed un coltello a scatto». È quanto si legge nel comunicato congiunto firmato dal procuratore capo di Taranto, Eugenia Pontassuglia, e dal comandante provinciale dei carabinieri di Taranto, Antonio Marinucci, rispetto al provvedimento di fermo scattato nelle scorse ore verso uno dei figli.

L’uomo, dicono Procura e carabinieri di Taranto, «dopo aver cercato di liberarsi delle armi e degli indumenti indossati durante l’esecuzione del delitto», ha sostenuto «di aver sparso candeggina all’interno della casa e staccato il tubo del gas nella prospettiva di “far saltare la casa”». Secondo gli inquirenti ha però fornito, circa il movente, «dichiarazioni contrastanti e, per certi versi, inverosimili, precisando di aver “strappato il cuore della mamma”». L’uomo ha confessato l’omicidio della madre anche nell’interrogatorio reso alla presenza del suo legale.

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Nel corso della confessione, l’uomo ha inoltre fornito «altri agghiaccianti dettagli, affermando di aver commesso il fatto nella giornata precedente, di aver dapprima colpito la madre dietro alla nuca e, successivamente, non essendo riuscito ad ucciderla subito, di averle inferto diverse coltellate alla gola, all’addome ed, infine, allo sterno per prelevarle il cuore, restando vicino a lei fino al momento del suo ultimo respiro».

L’allarme

Procuratore capo e comandante dei carabinieri dicono che «a far scattare l’allarme» è stato il nipote della donna «che, contattato dal cugino, residente all’estero, che gli aveva manifestato preoccupazione perché la madre non rispondeva alle sue chiamate telefoniche, dopo essersi recato presso l’abitazione della zia per accertarsi delle sue condizioni di salute, l’aveva rinvenuta, esanime nei pressi della sua auto, notando attorno al suo corpo una vistosa chiazza di sangue». E nel sopralluogo fatto subito dopo l’allarme, i carabinieri hanno riscontrato «che la donna presentava una ferita all’altezza dell’addome che aveva determinato una copiosa fuoriuscita di sangue».

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