Rapina Rolex arrestati, l’indagato intercettato: «Come ho fatto con Zuniga»

di Fabio Maresca

L’ex calciatore del Napoli potrebbe essere stato nel mirino degli stessi rapinatori di David Neres

Era finito nel mirino dei banditi già il 21 agosto scorso, all’atto della firma del contratto con il Napoli, David Neres Campos, l’attaccante azzurro rapinato del lussuosissimo ed esclusivo Patek Philippe modello 5164-R da quasi 140mila euro, dopo la partita vinta contro il Parma al Maradona lo scorso primo settembre. Una circostanza che emerge dalle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli che, coordinati dalla Procura, hanno arrestato, con l’accusa di rapina pluriaggravata in concorso, tre esperti «rapina-Rolex».

Si tratta di Gianluca Cuomo, 30 anni; Giuseppe Vitale, di 24 e Giuseppe Vecchione, 34, tutti del rione Lauro di Fuorigrotta, che dista una manciata di metri dallo stadio. Neres quella sera era a bordo di un minivan, nel traffico, quando i tre sono entrati in azione. Stava rientrando in albergo dopo la partita. I rapinatori hanno infranto il finestrino posteriore e poi si sono fatti consegnare l’orologio con la minaccia di un’arma da fuoco.

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Determinanti per arrestare i tre napoletani sono state le immagini registrate dalla video sorveglianza, ma anche le intercettazioni, autorizzate nell’ambito di un’altra indagine sul clan Iadonisi la cui base è proprio nel rione Lauro.

Le intercettazioni

Gli investigatori ascoltano le loro conversazioni: «Mamma mia che mostro… questo vale 100 patate (100mila euro)», urlano con soddisfazione appena dopo essersi disfatti degli indumenti (perfino le scarpe) usati per la rapina, anche grazie alla complicità del padre di uno di loro, dipendente dell’Asia, l’azienda che a Napoli si occupa della gestione dei rifiuti. E ancora: «Ci siamo sistemati, 120-130 mila euro ci devono dare, prendiamo scarsi (almeno) 120mila euro».

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A far carpire ai carabinieri che si trattava di veri e propri esperti è un’altra conversazione in cui Cuomo chiede di verificare se sul Patek ci siano le scritte «Tiffany & Co.» e «Geneve». Effettivamente si tratta di un orologio il cui costo sfiora i 140mila euro. Proprio in occasione della firma del contratto col Napoli, i tre avevano notato l’orologio sul polso del brasiliano: passano così al setaccio i video e le foto del web relativi alla firma, ne parlano diffusamente, inconsapevoli di essere ascoltati grazie a una cimice in auto. Sempre grazie al web patrolling scoprono che anche alla moglie del calciatore piacciono gli orologi di lusso.

La rapina a Zuniga

Agli atti c’è pure un’intercettazione grazie alla quale è possibile presupporre che uno dei tre, Giuseppe Vecchione, possa essere pure l’autore della rapina risalente a diversi anni fa ai danni del giocatore colombiano Camillo Zuniga: «Perché come ho fatto con Zuniga – dice – io già nella partita già sapevo quello che teneva». Le conversazioni riportano anche la preoccupazione di essere scoperti. I fatti sono del 3 settembre, si diffonde la notizia di una possibile loro identificazione grazie anche una testimone oculare. Il padre di uno dei tre viene a conoscenza della circostanza e si mette subito in contatto con un avvocato. Poi chiama il figlio e gli dice: «Una signora vi ha visto… siete usciti sul giornale».

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