Tre persone in carcere, cinque ai domiciliari
Intendevano agevolare il programma criminale del clan Fezza-De Vivo di Pagani, nel Salernitano le otto persone arrestate oggi nell’ambito di un’operazione dei carabinieri nel Salernitano che avrebbe fatto luce su una serie di illeciti. Agli indagati gli inquirenti contestano, a vario titolo, i reati di condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale.
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I militari del Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Inferiore hanno notificato un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari di Salerno su richiesta della Direzione distrettuale antimafia a cui sono stati notificati tre arresti in carcere e cinque ai domiciliari. L’ipotesi accusatoria si fonda sull’operatività imprenditoriale ed economica del clan Fezza-De Vivo, il quale, attraverso l’imprenditore Alfonso Marrazzo e mediante la cooperativa PE.DE.MA. di cui era presidente, ha cercato di infiltrarsi nel tessuto economico ed amministrativo dell’amministrazione comunale.
Marrazzo è una vecchia conoscenza degli investigatori: è stato già condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e, in passato, per circa 20 anni, è stato consigliere comunale a Pagani e anche assessore all’ambiente, fino al 2016.
La tesi degli investigatori
Marrazzo, attraverso la PE.DE.MA., – è l’ipotesi dei carabinieri e Dda – era riuscito ad ottenere, in maniera illegittima anche mediante un continuativo scambio di favori e prestazioni, appalti pubblici comunali quali la gestione del locale cimitero, oltre al servizio di spazzamento delle strade comunali, ed altri servizi pubblici asseritamente di somma urgenza, compreso quelli connessi alle emergenze causata dalla pandemia del Covid19, soprattutto per quanto riguardava la sanificazione, quest’ultima eseguita in frode al capitolato d’appalto.
La volontà di condizionare la struttura amministrativa, tramite il potere imprenditoriale ed economico acquisito dalla cooperativa PE.DE.MA., avrebbe indotto il clan Fezza-De Vivo a tentare di condizionare le elezioni amministrative del comune di Pagani, imponendo il voto in favore di propri candidati estranei alla coalizione poi risultata vincitrice delle elezioni, salvo poi tentare di instaurare rapporti con quest’ultima. In carcere sono finiti Alfonso Marrazzo, 51 anni; Claudio De Cola, 48 anni e Benoventura Tramontano, 69 anni.